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250
chilometri di strade "verdi" a
Milano
Il progetto è dell'associazione
Greenways
13 novembre 2006
Un itinerario di 250 chilometri
di strade "verdi" ovvero dedicate a
pedoni, ciclisti e, più in generale,
alla circolazione non motorizzata,
collegherà la zona centrale della
città con la periferia.
Lo ha annunciato Giulio Senes,
vicepresidente dell'associazione
italiana Greenways.
"In un’ottica di mobilità - si legge
in un documento di presentazione
dell'associazione - le greenways
possono costituire un sistema di
percorsi dedicati a una circolazione
non motorizzata in grado di
connettere le popolazioni con le
risorse del territorio (naturali,
agricole, paesaggistiche,
storico-culturali) e con i "centri
di vita" degli insediamenti
urbanistici, sia nelle città sia
nelle aree rurali."
Un progetto simile è stato avviato
anche in altre città, come New York
e Bruxelles.
Marocchino
arrestato per droga
13 novembre 2006
Un uomo di 31 anni, originario
del Marocco, è stato arrestato oggi
dalla polizia per detenzione di
stupefacenti ai fini dello spaccio.
L'uomo aveva con sé 4 chili e 500
grammi di hashish.
Tentano
furto di rame dei binari,
patteggiano 10 mesi
13 novembre 2006
Hanno patteggiato 10 mesi di
carcere e 600 euro di multa i
quattro uomini di origine
nordafricana accusati di aver
tentato di rubare del rame dai
binari della stazione di Porta
Romana.
Il tentato furto causò un blocco
della circolazione di circa 90
minuti.
Verso un tavolo che dovrà
fissare le linee guida per lo
sviluppo
La
Moratti: il centro va salvato
Più difficile «toccare» 600 palazzi.
Vincoli severi per le
ristrutturazioni. La nuova norma
protegge anche il Teatro Nuovo
13 novembre 2006
(vivimilano.it)
Il Nuovo sotto sfratto, i cinema che
chiudono, l'assalto dei poli del
lusso, il centro che si desertifica.
«Salviamo il centro storico,
rilanciamolo - ha detto ieri il
sindaco Letizia Moratti ai suoi
assessori - nel futuro non corriamo
dietro ai grattacieli, andiamo
avanti per la nostra strada fatta di
storia e innovazione».
Il Comune si muove. Su proposta
dell'assessore all'Urbanistica,
Carlo Masseroli sarà aperto un
tavolo che dovrà fissare le linee
guida per lo sviluppo del centro
storico. Con Masseroli lavoreranno
Vittorio Sgarbi (Cultura), Tiziana
Maiolo (Commercio), Maurizio Cadeo
(Arredo Urbano). Il lavoro sarà
pronto a gennaio. Ma nel frattempo
Palazzo Marino si sta dotando di un
altro strumento che dovrebbe porre
finalmente ordine agli intenti
speculativi degli immobiliaristi.
Gli uffici dell'Urbanistica hanno
fatto un lavoro certosino: hanno
censito 600 palazzi del centro
storico. Quattrocento erano già
sotto il vincolo della
sovrintendenza. I «duecento» nuovi,
individuati dal settore Urbanistica,
saranno sottoposti a una serie di
tutele. C'è il Teatro Nuovo, c'è il
Palazzo dei Giornali di piazza
Cavour. C'è anche un sottotetto:
quello di via Verdi 7, perché
«risolve con corretta autonomia
formale il tema della
sopraelevazione di un edificio
esistente». C'è mezzo corso Europa,
con gli edifici di Magistretti e
Caccia Dominioni. Ma ci sono anche
le abitazioni, i negozi e
l'autorimessa di corso Italia 13, la
sede del Banco di Roma in piazza
Edison, il palazzo dell'Ina in
piazza Diaz.
Sono previste tre grandi categorie.
Quella più restrittiva riguarda gli
edifici che rappresentano la
struttura e l'immagine della città.
In questi si potrà intervenire solo
con il restauro. Detto brutalmente,
non si potranno fare aggiunte di
nessun tipo.
C'è poi la classe degli edifici
moderni d'autore, quelli progettati
da architetti unanimamente
riconosciuti dalla critica, la cui
costruzione risale almeno a 25 anni
fa. Per questi sarà possibile il
risanamento conservativo, ossia
bisognerà conservare gli spazi così
come sono e si potrà demolire solo
le parti tecnologiche. Ultima
classe: gli «immobili con valore
estetico culturale, ambientale»,
edifici che non hanno bibliografia,
ma che contribuiscono al valore del
tessuto storico della città. In
questo caso sarà possibile anche la
ristrutturazione edilizia. Per
esempio, il palazzo ex Toro
Assicurazioni di piazza San Babila,
dove da 70 anni c'è il Teatro Nuovo
è stato inserito nella categoria del
«risanamento conservativo» che
sicuramente pone delle limitazioni
alle decisioni del gruppo Statuto.
Ma potrebbe facilmente slittare
nell'altra categoria, quella dove è
permesso solo il restauro: «Queste
sono le valutazioni degli uffici -
spiega l'assessore Masseroli -
Adesso, il provvedimento sarà
oggetto di una delibera e del tavolo
di lavoro con gli altri assessori. È
chiaro che noi non vogliamo fare un
piano regolatore del centro, daremo
delle linee guida che individui
quale deve essere la vocazione del
centro storico. Qualche idea e
qualche paletto c'è già: «Dobbiamo
evitare il rischio di avere un
centro svuotato. Ossia di un centro
che viva solo qualche ora al giorno
e poi si svuoti completamente».
Quindi, è evidente che le funzioni
non si possano limitare al solo
commerciale, sia questo il polo del
lusso o marchi di alta moda. «Da
parte nostra - conclude Masseroli -
noi cercheremo la massima
condivisione con le proprietà, ma
vogliamo anche la massima
condivisione con la cittadinanza che
nel centro vede un luogo d'identità
forte».
«In fuga dall'est senza futuro
e poi costretti a venderci»
Schiavi
del sesso per la Milano-bene
Cresce, intorno all'Ortomercato, il
«giro» notturno dei baby-prostituti
romeni. «Prestazioni anche a
domicilio»
13 novembre 2006
(vivimilano.it)
Due minorenni romeni che si
prostituiscono in via Lombroso
(Fotogramma)
Peccato, l’autunno: d’estate, con
moglie e figli in vacanza, «ci
portano a casa loro», e allora sì
che «non bisogna far di fretta in
macchina e al motel», sì che c’è
tempo. Per il sesso. E per un bagno,
una mangiata, una dormita. Peccato
sia autunno. Ma verrà inverno, e
sotto Natale moglie e figli
partiranno per la settimana bianca.
E comunque, di regali, ai 16enni
prostituti di via Lombroso, ne
arrivano ogni giorno. Meglio: il
giorno dopo, quando il cliente, che
s’è fatto lasciare il numero di
cellulare, chiama. Ci si incontra,
si va insieme per negozi: e qui,
davanti all’Ortomercato, è una
sfilata di bracciali e cellulari di
marca, di vestiti griffatissimi fino
ai boxer che sbucano dai pantaloni,
all’inizio dell’addome levigato.
Sono belli e curati, i femminielli.
Altro che gli zingarelli pallidi e
malvestiti che battono al cimitero
Musocco. Di uguale, c’è solo la
nazione di provenienza: Romania. La
Romania che a gennaio entrerà
nell’Unione europea, che ogni anno
abbandona per strada 6 mila bimbi,
che continua a vedere quest’Italia
come Lamerica e per quest’Italia
parte in massa e accetta di tutto.
Anche di finire per strada, e
passare la vita così: a contare la
frequenza di automobili al minuto
(«Quando ne passano almeno cento,
sarà una grande notte»), a fumare
sigarette e domandare chewing-gum
(«A qualcuno il fumo dà fastidio»),
a sperare che dal buio sbuchi un
cliente noto: se i femminielli la
prima volta chiedono e ottengono 50
euro per prestazione, la seconda
volta con lo stesso cliente il
prezzo salirà e saranno
accontentati: «Si arriva a botte da
500 euro». Ma poi: femminielli no,
non va bene. «Non ci piace andare
con gli uomini, a nessuno di noi
piace. A voi italiani sì: siete così
tanti, che secondo noi un italiano
su tre non ama le donne».
Parlano e ridono, i trenta romeni
(quaranta il fine-settimana)
dell’Ortomercato. Parlano, ridono e
soprattutto ascoltano. Da loro,
pretendono anche questo: «Non è che
ogni volta facciamo sesso. Ci sono
sere che stiamo fermi per tre ore.
Loro raccontano, del lavoro, della
moglie, dei colleghi, noi
ascoltiamo. Non ce ne frega niente.
Pagano e lo facciamo». Chi siano
questi malati — se un’automobile
indica il censo, ecco, è gente che
sta bene — che pellegrinano fino a
un’ora per scegliersi il minorenne
giusto, quello che più li eccita, i
femminielli non lo sanno. Non c’è
una categoria di clienti: ci sono i
clienti e basta. Giovani e vecchi,
belli e brutti, quello che ti chiede
se puoi picchiarlo e mettergli il
guinzaglio e quello che ti dice:
«Toccati che ti guardo». Ci sono i
clienti e basta. Eppure c’è cliente
e cliente. «Guarda quella Volvo. La
guida un mezzo drogato di cocaina.
Ti porta in giro per Milano, guida
come un matto, nove volte su dieci
ti dà 200 euro e ti scarica, solo
che ti scarica dove gli piace: e
magari è dall’altra parte della
città». Un altro esempio: «Di me si
è innamorato un medico. Dice che
lavora al pronto soccorso. Mi ripete
sempre che se un giorno starò male,
mi curerà lui. Mi ripete di
chiamarlo, se dovesse succedere. Mi
telefona e mi domanda: "Stai
bene?"».
Dicono i romeni immigrati in Italia
che imparare l’italiano è
facilissimo. I femminielli lo
parlano bene, comprese le parolacce.
Non ci sono zingari. Ci sono
adolescenti, tra i 16 e i 18,
massimo 20 anni. Dicono di non avere
protettori, ma il tipo fermo su un’Opel
Verde — confiderà dopo lunghe
insistenze un ragazzo — è uno dei
capi. Dicono infine i femminielli di
venire a Milano per far soldi, per
mettere insieme una cifra
consistente e poi ritornare a casa,
«la Romania è bella ma povera.
Quello che facciamo ci fa schifo.
Vomitiamo». I femminielli battono a
gruppi di due-tre. Uniti in due
metri quadrati a seconda della città
d’origine. Bucarest, Arad, Iasi. Ci
sono volti con zigomi affilati,
accenni di peluria, capelli a
spazzola, e tante maschere di
brufoli. Spiega uno: «È colpa del
vostro cibo, ci rovina la pelle».
«Servono percorsi protetti per
i pedoni»
«Caos
viabilità», parte la protesta contro
i box
Da piazzale Libia a largo Rio de
Janeiro, raccolta di firme degli
abitanti contro i parcheggi.
13 novembre 2006
(vivimilano.it)
Corso Como, commercianti in
Tribunale
Posteggi del caos. Nonostante il
riesame imposto dal sindaco Letizia
Moratti a 26 progetti di parcheggi,
in città si moltiplicano le
proteste. Sono tutti arrabbiati: i
negozianti delle strade dove sono
stati aperti cantieri triennali che
rischiano di fare fallire le
attività commerciali, gli abitanti
che si battono per bloccare
definitivamente gli interventi
sospesi da Palazzo Marino e i
residenti che combattono contro
appalti già assegnati. L’ultimo
fronte di battaglia si è aperto in
piazza XXV Aprile. Già alle prese
con un'escalation di furti e rapine,
la strada dello shopping d’alta moda
è anche soffocata dalle transenne
che delimitano gli scavi iniziati a
settembre. In costruzione, 346 posti
auto a rotazione e altri 322 per
residenti: «I pedoni che vogliono
raggiungere corso Como oggi devono
fare una gincana assurda — sbottano
i commercianti —. Il percorso è
scandito dalla polvere alzata dalle
ruspe e da una segnaletica
insufficiente». Preoccupati per il
crollo degli affari, i titolari dei
negozi di abbigliamento, show-room,
farmacie, ristoranti e tabaccherie
hanno deciso di ricorrere alle vie
legali.
L’udienza è stata fissata per il 14
novembre a Palazzo di Giustizia: «La
clientela è drasticamente diminuita:
i danni possono essere già da ora
considerati irreparabili — si legge
nel ricorso sottoscritto dalle
undici società commerciali di corso
Como —. È necessario adottare
barriere antisporco e offrire un
accesso alla strada diretto e senza
disagi». Altri quartieri, nuove
denunce. Ormai la rivolta contro i
parcheggi attraversa Milano.
Concluse con il 6 novembre le due
settimane di consultazione popolare
sui 26 posteggi sottoposti a
revisione dall’assessorato ai
Trasporti, i cittadini stanno
presentando al Comune petizioni a
raffica per bloccare i cantieri. In
piazzale Libia sono state raccolte
1.030 firme in pochi giorni: «È uno
dei più bei luoghi della nostra
città, con la sua maestosa
alberatura citata nei libri di
botanica, il suo disegno citato nei
trattati di urbanistica e i suoi
palazzi d’epoca — scrivono gli
abitanti nel documento inviato
all’assessore ai Trasporti, Edoardo
Croci —. Chiediamo lo stralcio
definitivo di piazzale Libia dal
piano urbano parcheggi».
In largo Rio de Janeiro, altre
tremila firme raccolte contro 258
box, il ritornello è lo stesso: «La
piazza è sottoposta a vincolo
paesaggistico — spiegano i cittadini
—. Siamo pronti a presentare ricorso
al Tar». Angelo Maria Moretti,
portavoce del comitato di via
Palestro-Marina dove sono previsti
404 posti auto, ribadisce: «Ci
stiamo battendo contro uno scempio
metropolitano». È al riesame anche
il parcheggio di via Cipro (368 box
sotterranei): «Si è mobilitata per
manifestare contro la sua
costruzione addirittura la scuola
media — raccontano gli abitanti —.
Ci troviamo a poche decine di metri
dall’area della ex stazione di Porta
Vittoria, dove si potrebbero
costruire parcheggi senza disturbare
nessuno». In mobilitazione i
residenti anche di via Canaletto e i
400 allievi della Piccola scuola di
circo, in via Montello, messa sotto
sfratto per realizzare 338 posti
auto a rotazione e 135 per
residenti. E non finisce qui. Sono
contestati persino i posteggi che
non sono stati sottoposti a
revisione perché gli appalti sono
già in fase avanzata. Tre su tutti:
piazza Leonardo da Vinci, largo V
Alpini e piazzale Bacone. L’appello
ancora una volta suona: «Fermate il
progetto».
Preoccupazione per il ticket
che farà aumentare la domanda
Inverno
critico per i pendolari lombardi
Fnm: possibili ritardi e treni
fermi. Solo dopo il 2007 migliorerà
il servizio, con i nuovi convogli.
Quasi un treno su tre ha più di 50
anni
13 novembre 2006
(vivimilano.it)
I pendolari lombardi dovranno
affrontare un nuovo «inverno
critico», probabilmente peggiore del
precedente, per il servizio sulle
tratte delle Ferrovie nord, in
attesa del completamento degli
interventi infrastrutturali e della
consegna dei nuovi convogli. Sono le
stesse Ferrovienord e LeNord, le due
società del gruppo Fnm di trasporto
pubblico locale lombardo su ferro,
ad avvertire i passeggeri sulla
possibilità di una nuova stagione di
ritardi e scarsa qualità del
servizio. Ma con una promessa: «Il
2007 sarà l’anno di svolta, dopo il
quale, nel giro di due o tre anni,
si cominceranno a vedere gli esiti
degli investimenti, tra cui i 600
milioni di euro già investiti per il
nuovo materiale rotabile», afferma
l’amministratore delegato di Le nord
Marco Piuri, che ricorda: «Abbiamo
la stessa flotta dello scorso anno,
ma invecchiata di un anno». Piuri
ammette che il servizio «andrà
incontro a inevitabili criticità» e
che «stiamo usando il sistema oltre
il suo massimo». Ciò significa che
«il minimo disservizio, due minuti
di ritardo, provoca ulteriori
ritardi sulle tratte, soprattutto
nelle ore di punta».
L’amministratore delegato esprime
«preoccupazione» per il probabile
aumento della domanda nel caso
dovesse entrare in vigore il ticket
auto per Milano ma è costretto ad
ammettere: «Non possiamo farci
niente». Già oggi la domanda supera
del 20 per cento la capacità di
trasporto, afferma Piuri, e nei
primi dieci mesi del 2006 il numero
dei treni soppressi ammontano al
2,09% delle corse programmate per
cento, a causa della vetustà dei
convogli circolanti (erano l’1,29
nel 2005). «Mettiamo già in linea
tutti i treni che abbiamo, siamo
costretti. E quindi anche treni che
rischiano di fermarsi», spiega,
auspicando che le risorse generate
dai ticket auto per l’ingresso a
Milano vengano investite per
potenziare il trasporto pubblico
locale.
Il servizio sconta il ritardo di
consegna, spiegano gli
amministratori di Ferrovie Nord e
LeNord, dei 70 nuovi treni Tsr,
un’evoluzione del Taf, prodotti da
Ansaldo Breda, i quali entreranno in
servizio entro la primavera del
2009. I primi, che ora sono in fase
di omologazione, arriveranno la
prossima primavera. Attualmente,
circa i due terzi del materiale
rotabile LeNord ha più di 20 anni,
di cui il 30,12 per cento più di 50
anni. Per tamponare l’emergenza
inverno, FerrovieNord e LeNord hanno
varato provvedimenti straordinari:
potenziamento delle officine di
Novate, mobilitazione straordinaria
del personale, rafforzamento del
presidio di scambi e stazioni per
una gestione più efficace della
circolazione ferroviaria in caso di
treno guasto e fermo in linea, più
locomotori di soccorso per
interventi rapidi. «Stiamo lavorando
per eliminare le fragilità della
nostra ferrovia con interventi
strutturali - ha detto Luigi Legnani,
amministratore delegato di Ferrovie
Nord - Grazie al supporto anche
finanziario della Regione Lombardia
abbiamo in corso investimenti nella
infrastrutture per 913 milioni e in
nuovi treni per 600 milioni». Dal
punto di vista infrastrutturale, i
lavori per il completamento del
quadruplicamento della Cadorna
Bovisa ad agosto e la linea a 4
binari verrà attivata il 9 settembre
2007: ciò consentirà una maggiore
regolarità del servizio.
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