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La docente sorpresa con tre studenti. Il parroco: su di lei gettano fango
La prof in fuga dal suo paese

«Sono caduta in trappola. Non me lo perdoneranno». Oggi saranno interrogati i ragazzi

14 novembre 2006
(corriere.it)

MILANO — Ai carabinieri aveva confessato la colpa («L’ho toccato ») e una gran paura: «Il mio paese non me lo perdonerà». E, rientrata nella natia Pietracatella, 1.600 abitanti in provincia di Campobasso, la prof sorpresa semivestita con i suoi studenti, è subito scappata. In fuga dai concittadini. Insieme alla famiglia, nota in paese, dove da generazioni lavora la terra. In casa, la 33enne aveva raccontato d’essere tornata perché era finito il lavoro. E non perché cacciata da una scuola media dell’hinterland, dopo esser stata sorpresa da una collega a far sesso con tre alunni, tra i quali un 14enne che «credevo avesse 17 anni». Quando, ieri mattina, l’ufficiale giudiziario ha bussato alla porta per notificare l’invito a comparire dai carabinieri per ulteriori accertamenti, la famiglia ha scoperto il motivo del ritorno della ragazza. Lei si difende: «Sono caduta in una trappola».

NELL’AULA — Due settimane fa, la ragazza, alla prima supplenza dopo quattro anni di attesa di un lavoro (attesa ingannata dando lezioni private), aveva preso possesso della cattedra di matematica. Lunedì scorso il fatto, avvenuto in un’aula di sostegno, imboscato dai vertici dell’istituto fin quando i genitori hanno insistito e chiamato i carabinieri, intervenuti solo venerdì: cinque giorni dopo. Agli inquirenti, coordinati dal procuratore di Monza Antonio Pizzi, la donna, tra un singhiozzo e l’altro, con infinite pause di «Capitemi, ero confusa», ha ammesso il particolare rapporto col 14enne: «C’era una forte simpatia». E ha raccontato come erano iniziate le cose: «Mi hanno chiesto se facevo l’amore con il mio fidanzato... mi sono ritrovata a discutere di certi argomenti, dopodiché...».

L’INCHIESTA — Dopodiché, lei che un fidanzato non ce l’ha (come detto agli inquirenti) ha iniziato a toccare il ragazzino, bocciato due volte, un tipetto che si pavoneggia in paese raccontando ogni particolare in un mare di volgarità. Non ancora accertato se la mano della supplente si sia allungata anche su altri due alunni, presenti nell’aula di sostegno. Altri due studenti ancora, erano fermi sull’uscio, a far da palo e sbirciare dentro. Più la seconda, che la prima: non si sono accorti dell’arrivo della prof di ginnastica, la supertestimone che quasi sveniva ma è riuscita a dar l’allarme. La prof sarà risentita dagli investigatori, che oggi parleranno pure con i cinque minori. «Si tratta di un fatto che ha destato un forte allarme sociale, e merita di essere chiarito al più presto», ha detto il procuratore capo di Monza Antonio Pizzi.
LE REAZIONI — Il ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni ha detto che «è necessario velocizzare le sanzioni nei confronti di chi è stato condannato per pedofilia o comportamenti tali da arrecare danno». In attesa del giudizio della magistratura, c’è Pietracatella che, dal sindaco al parroco, tuona contro chi «getta fango addosso a una concittadina. Prima vogliamo le prove». Più che altro, vorrebbero parlare con la loro concittadina: «Ma senza fretta. La aspettiamo. Ora è giusto che scappi ».


Spaccio, sette arresti a Milano
14 novembre 2006

Sette persone, tutte di origine africana e irregolari in Italia, sono state arrestate dalla polizia di Milano per spaccio di stupefacenti.
I sospettati vendevano la merce nel quartiere Isola.


Manutenzione alle scuole, stanziati 9 mln di euro
14 novembre 2006

La Provincia di Milano ha stanziato circa 9 milioni di euro per la manutenzione e la messa in sicurezza di un centinaio istituti scolastici. Tra gli interventi, oltre alla sistemazione di aule ed auditori, è prevista l'istallazione di impianti anti-intrusione e la manutenzione di quelli già istallati.


Uccise rapinatore, processo rinviato ad aprile
14 novembre 2006

Il processo a carico di Giovanni Petrali, tabaccaio di Milano accusato di omicidio, è stato rinviato al prossimo 12 aprile. Petrali è accusato di aver ucciso un rapinatore e ferito un complice nel corso di un tentativo di rapina avvenuto il 17 maggio di tre anni fa.


Regione: scelte per contenere le spese
Sanità privata, raddoppiati i ricoveri in day hospital

Il «Rapporto» su 5 anni in Lombardia: in calo le cure negli ospedali pubblici. «Le strutture devono rispondere agli stessi requisiti»

14 novembre 2006
(vivimilano.it)

Boom di ricoveri negli ospedali privati contro un crollo di cure nei pubblici. È la Grande Rivoluzione della sanità in Lombardia: in cinque anni negli istituti privati accreditati le terapie in day hospital (con una durata inferiore alle 24 ore) sono raddoppiate e le degenze ordinarie sono aumentate del 3 per cento. Nello stesso periodo le ospedalizzazioni ordinarie nelle strutture pubbliche sono precipitate (meno 153.090, pari a una perdita del 13 per cento) contro una timida avanzata dei day hospital (più 57.776, pari al 14 per cento). Una svolta epocale. Un paziente su tre oggi viene ricoverato nel privato. È quanto emerge da un confronto dei dati contenuti nel «Rapporto sui ricoveri in Lombardia» degli anni 2000 e 2005, realizzato a pochi giorni dell’approvazione del nuovo piano socio-sanitario in cui il Pirellone ribadisce: «I requisiti di accreditamento (necessari per essere rimborsati dal servizio sanitario regionale, ndr) non sono in alcun modo diversificati tra strutture pubbliche e private che quindi si trovano a dover rispondere in ugual modo ai medesimi requisiti».

Avanti tutta, dunque. Nell’arco di tempo preso in considerazione c’è stata una vera e propria migrazione di pazienti dagli ospedali pubblici a quelli privati: i primi hanno perso complessivamente 95.314 prestazioni, i secondi ne hanno conquistate 93.016. In sintesi: le terapie che sono state ridotte da una parte, sono state assorbite dall’altra. In generale, infatti, il numero di cure prestate a distanza di cinque anni è lo stesso: 2.122.773 nel 2000, 2.120.475 nel 2005. Il balzo in avanti più significativo per le strutture private si registra con i day hospital: l’assistenza a ciclo diurno, che consente alle aziende ospedaliere l’erogazione di prestazioni plurispecialistiche di carattere diagnostico e/o terapeutico, è aumentata del 112 per cento (più 78.729 prestazioni, su un totale di 148.668). È questa l’unica voce in cui si registra un segno positivo anche sul fronte degli ospedali pubblici, ma la crescita è decisamente più contenuta (più 14 per cento, le cure diurne sono state 463.216). E adesso una delibera del 1° agosto 2006 sulle prestazioni a carico del servizio sanitario prevede una stretta sui day hospital diagnostici (utilizzati per fare esami e accertamenti clinici). I ricoveri ordinari sono cresciuti solo nel privato, dove oggi sono 482.375, ossia 14.287 in più a distanza di cinque anni (contro i 468.088 del 2000).

Segno meno, invece, per gli istituti pubblici, scesi a quota 1.026.216 (contro i 1.179.306 di cinque anni fa). Pietro Macconi, Alleanza Nazionale, presidente della commissione Sanità al Pirellone dal 2005, spiega: «Il quadro attuale è la conseguenza delle scelte precise di politica sanitaria fatte dal Pirellone dal 1997 in avanti. I risultati sono in linea con le previsioni, dettate dalla necessità di contenere nel pubblico le spese che, invece, il privato è in grado di sostenere». Per Macconi oggi la Lombardia delle eccellenze mediche dà più possibilità di scelta ai malati. Carlo Porcari, responsabile Welfare dei Ds, mette in evidenza anche i limiti del nuovo panorama sanitario lombardo: «Per definizione il privato è più portato a perseguire un utile economico, privilegiando spesso le cure più redditizie — sottolinea —. La sua crescita, resa possibile da investimenti onerosi di gruppi d’affari, non va assolutamente condannata: ma in Lombardia adesso sono stati raggiunti limiti da non superare, nell’interesse dei pazienti che devono vedersi garantire tutti i tipi di terapie, anche quelle più onerose dal punto di vista finanziario, come l’assistenza per le malattie croniche».


Investimenti per 3 miliardi e 335 milioni di euro
«
Metrò contro lo smog, ma Roma non dà fondi»

La Moratti critica la Finanziaria: a noi niente, ci sono stanziamenti per la Sicilia e la Basilicata. Presentato il piano delle opere pubbliche

14 novembre 2006
(vivimilano.it)

Sulla carta ci sono. Sottolineati e in bella evidenza. Metrò 4, metrò 5 e metrò 6. Sono le infrastrutture prioritarie del piano delle opere 2007-2010. Fondamentali se il sindaco Letizia Moratti intende introdurre realmente il ticket antismog. Peccato che i soldi non ci siano. Sicuramente non sono nella Finanziaria, definita «un oggetto misterioso» e non si capisce se i finanziamenti siano contenuti o meno nell’altrettanto misteriosa Legge obbiettivo. Il sindaco Letizia Moratti è arrabbiata. Ieri ha presentato il piano delle opere pubbliche, investimenti per 3 miliardi e 335 milioni di euro. In gergo viene chiamato il Libro dei sogni. Perché le opere, oltre a essere inserite nel piano, devono anche essere finanziate. Ma questo rischia di essere un Libro dei sogni all’ennesima potenza.

La Finanziaria sta per abbattersi come una scure su Milano. Molte delle opere contenute nel piano sono cofinanziate dallo Stato. Soprattutto quelle che riguardano la mobilità e di conseguenza il ticket. Ieri la Moratti ha ribadito che il piano sarà rivisto con la Regione: «Il Pirellone è un coprotagonista. Alla fine di questi incontri partirà la fase di sperimentazione». Ma se non arrivano quei soldi, niente infrastrutture. Nonostante questo la Moratti lancia la sfida: «A differenza di quanto avviene a livello nazionale, dove è stata varata una Finanziaria incentrata per due terzi su tasse e tagli — ha detto la Moratti —, Milano continua a credere e a puntare sullo sviluppo». Ma le difficoltà sono evidenti. E se ne rende conto anche il sindaco: «Rispetto agli stanziamenti del Cipe per il metrò 4, 5 e il prolungamento della 1, in Finanziaria non c’è niente. Questa è la realtà. Il tavolo per Milano è convocato per il 20 e in quella data noi vogliamo sapere dal governo su che fondi contare».

Non si fida neanche di chi gioca a rimpiattino ricordando che i fondi potrebbero essere contenuti in altre leggi dello Stato: «Non riusciamo assolutamente a capire — continua la Moratti —. Ci dicono che i soldi per le infrastrutture milanesi sono contenute nella Legge obbiettivo. Mentre per altre città e altre regioni ci sono delle voci apposite in Finanziaria». Come dire?, non prendeteci in giro. Quello che fa veramente infuriare il sindaco sono le differenze di trattamento. A volte macroscopiche, a volte paradossali: «Ci sono emendamenti in Finanziaria che chiedono 1 miliardo di euro per le infrastrutture in Sicilia. Un altro emendamento prevede altri 450 milioni per Roma. Si chiedono addirittura finanziamenti per Campania e Basilicata per il terremoto del 1981. E per Milano non c’è nulla, a fronte di finanziamenti per le infrastrutture già approvati dal Cipe». Sì, qualcosa c’è secondo il vicesindaco, Riccardo De Corato, reduce da parlamentare delle sedute sulla Finanziaria: «Milano perderà circa 100 milioni di trasferimenti che avremmo destinato in parte per servizi alle categorie bisognose, come anziani e disabili».


Relazione della giunta regionale
Sono 8.653 i detenuti in Lombardia

Nei 19 istituti carcerari della regione 5.298 criminali scontano una condanna definitiva. A San Vittore «kit di cittadinanza» per chi esce

14 novembre 2006
(vivimilano.it)

Nei 19 istituti carcerari lombardi sono detenute 8.653 persone (607 donne e 8.046 uomini) di cui 5.298 scontano una condanna definitiva. Queste alcune delle cifre contenute in una relazione elaborata dalla Giunta regionale sulla tutela della popolazione carceraria in Lombardia. Per quanto attiene l'assistenza al detenuto con problemi di dipendenza, al 31 dicembre 2005 risultano in carico presso i «Ser.t.» 3976 tossicodipendenti detenuti: 1240 per eroina, 1516 per cocaina, 105 per cannabis, 113 per altre sostanze. In 751 casi i detenuti sono in trattamento metadonico, 457 con problemi di alcoldipendenza e 845 affetti da HIV. Nelle Comunità di recupero presenti nei distretti di Corte d'Appello lombardi sono ospitati 210 ragazzi.

La Commissione «Sanità e assistenza», presieduta da Pietro Macconi (AN), ha espresso parere favorevole alla risoluzione che accompagna la relazione. Nella relazione si ricorda in particolare che la legge regionale n.8 del febbraio 2005 ha introdotto il principio della «territorializzazione» della pena, un sistema che intende intervenire per il reinserimento sociale dei detenuti attraverso la realizzazione di un sistema integrato di interventi tra enti, servizi ed istituzioni e forme di co-progettazione e co-programmazione. La relazione è stata illustrata da Antonella Maiolo (FI) e riporta appunto i primi risultati ottenuti, facendo il minor ricorso possibile - si sottolinea - alle misure di privazione delle libertà sia per adulti che per minori con la collaborazione delle Asl, degli Enti locali, del Terzo Settore e del volontariato.

Insieme alla Relazione, è stata presentata anche un'iniziativa del carcere san vittore, di Milano: ai detenuti che escono dal carcere e non hanno chi li possa accogliere e sostenere, verrà consegnato un kit contenente i generi necessari per affrontare le prime ore di libertà e indirizzarsi ai servizi di sostegno. L'iniziativa è stata realizzata dalla direzione del carcere di San Vittore, in collaborazione, tra gli altri, con la Regione Lombardia, la Provincia e il Comune di Milano. Il «kit di cittadinanza», che contiene biglietti del tram, buoni pasto, biancheria, prodotti per l'igiene personale e una mappa dei servizi sociali territoriali ai quali l'ex detenuto potrà fare riferimento, ha non solo un valore di aiuto nel difficile momento della scarcerazione ma ha anche un valore simbolico.

Il kit è contenuto in uno zainetto che, come la biancheria offerta, è stato realizzato dai detenuti che lavorano nella cooperativa che opera all'interno di San Vittore. Eccezionalmente 200 kit sono già stati distribuiti nel mese di agosto ai primi beneficiari dell'indulto. «Se verificheremo che il kit è utile e ben accolto - ha affermato il sottosegretario Maiolo- si potrebbe estenderlo anche alle altre carceri della Lombardia. La Regione - ha precisato- ha investito molte risorse finanziarie e umane per far sì che chi esce dal carcere possa trovare sostegno, lavoro e quant'altro lo aiuti a non delinquere più. Questa è una garanzia anche per i cittadini perchè chi si inserisce non è più un pericolo per la nostra sicurezza».


Il teatro Nuovo ora è un monumento vincolato
14 novembre 2006
(ilgiornale.it)

Era destinato a diventare una palazzina come tante altre in centro, con uffici, appartamenti e negozi. Da ieri non sarà più così. Il sovrintendente per i Beni architettonici Alberto Artioli ha vincolato l'edificio e anche gli arredi del teatro Nuovo di piazza San Babila. «Un fatto storico» commenta soddisfatto l'assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi. «Conosciuto anche come edificio del Toro - spiega Artioli - è l'architettura più pregevole della piazza. Risale al '37 su progetto degli architetti Lancia e Merenghi. Insomma, ci sono tutte le condizioni per mettere un vincolo all'edificio e proteggerlo per sempre». Non solo. Dopo il sopralluogo ieri di Sgarbi con il sottosegretario ai Beni Culturali Danielle Mazzonis, buone notizie anche per il garage Traversi destinato, fino a ieri, a diventare un enorme negozio multimarca per le grandi firme della moda. Sarà aperta la procedura di vincolo anche per questa struttura.


Formigoni il presidente più amato Tra i sindaci, Moratti è in coda
14 novembre 2006
(ilgiornale.it)

È quasi inutile dire che è soddisfatto. Gongola e non lo nasconde Roberto Formigoni, incoronato dalla classifica del Sole-24 Ore governatore più amato d'Italia: «Mi ha fatto piacere vedere che i lombardi apprezzano l'operato mio, della giunta e della maggioranza». La percentuale di gradimento supera il 60% e lui se la spiega con il fatto che «i cittadini si ritrovano in alcune battaglie che stiamo facendo», a partire da quelle per opere necessarie come la Pedemontana e la Brebemi o per la difesa dell'aeroporto di Malpensa dagli assalti romani. Inoltre, secondo il president, è molto apprezzato «l'impegno per dotare la Lombardia di più competenze, non in un'ottica di litigio istituzionale ma per trasferire a cittadini più autonomia». L'altra dote necessaria per essere il più amato, secondo Formigoni, è la capacità di ascolto. «I cittadini mi conoscono, sono governatore da 12 anni e facevo politica anche prima. Lo sanno che se c'è da lavorare due ore in più non mi tiro indietro e sanno che cerco di ascoltare tutti, senza per il resto farmi impaludare da eventuali tentativi di veto». Nessun commento, invece, sull'ottantaquattresimo posto in classifica del sindaco di Milano, Letizia Moratti. «Non rispondo a queste provocazioni - ha concluso -. Permettetemi di gioire per una classifica che mi mette in una posizione così significativa, ma di essere consapevole che il consenso dei cittadini si deve conquistare giorno dopo giorno perché implacabile un altro sondaggio potrebbe venire fuori».