Archivio notizie


Traffico internazionale di droga, 42 arresti
22 novembre 2006

Quarantadue persone sono state arrestate da polizia e guardia di finanzia di Roma e Milano, in collaborazione con la procura di Reggio Calabria che ha emesso le ordinanze, nell'ambito di un'operazione volta a contrastare un traffico internazionale di droga e riciclaggio di denaro, che comprendeva paesi del sud America, Italia, Spagna e Stati Uniti.


Tunisino arrestato per estorsione
22 novembre 2006

Un uomo originario della Tunisia di 42 anni è stato arrestato oggi a Milano perché accusato di aver estorto del denaro ad un operaio.
L'uomo era uscito dal carcere poco più di un mese fa grazie all'indulto.


Particolare attenzione all'arma usata per sparare ad Austoni
Primario ferito: si indaga su paziente

Sempre più accreditata sarebbe la pista della vendetta di un paziente malavitoso, il cui intervento è andato male

22 novembre 2006
(corriere.it)

MILANO - Starebbero per imboccare una direzione sempre più precisa le indagini sull'agguato teso lunedì al primario di urologia e andrologia Edoardo Austoni, ferito a una gamba e a una mano da uno sconosciuto mentre usciva dal garage della casa di cura di via Dezza a Milano. Sempre più accreditata sarebbe la pista della vendetta di un paziente il cui intervento è andato male, forse un paziente legato al mondo della malavita.

LE INDAGINI - In ogni caso gli gli inquirenti continuano ad indagare a 360 gradi facendo accertamenti anche su altre ipotesi, come possibili rivalità di carattere professionale o questioni private. Particolare attenzione viene posta dagli inquirenti anche all'arma usata per il delitto, una calibro 40 semiautomatica che ha sparato dieci colpi. Si tratterebbe di una pistola Glock, arma abbastanza inconsueta. Per oggi pomeriggio è atteso l'interrogatorio del medico, le cui condizioni sono in costante miglioramento, all' Ospedale Policlinico da parte del Pm Tiziana Siciliano.


Palermo eletta a Milano città europea dello sport
22 novembre 2006

La "città europea dello sport - Italia 2007" è Palermo. Lo ha annunciato oggi il presidente dell'associazione capitale europea dello sport (Aces) a Palazzo Marino, insieme all'assessore comunale di Milano allo sport Giovanni Terzi.


Raid animalista: liberati 1000 topi e 25 scimmie
22 novembre 2006
(ilgiornale.it)

Sono entrati in azione anche gli uomini del Fronte Liberazione Animali, il Fla. L'altra notte il «commando» dopo aver aperto un varco nella recinzione, dal tetto si sono calati all'interno dell'Harlen, in via Fiume 8 di Correzzana. Gli animalisti hanno liberato 1.000 topini bianchi e 25 scimmie delle 50 rinchiuse in cattività. Prima d'entrare in azione il gruppo, che probabilmente aveva studiato il piano in precedenza, ha coperto le telecamere a circuito chiuso. Quando, ieri mattina, l'impiegata della ditta è arrivata sul posto, ha scoperto l'inaspettata incursione. Sul posto arrivano gli uomini dell'Arma, i quali immediatamente si rendono conto d'essere più avvezzi a catturare malviventi piuttosto che scimmie. In effetti, l'impresa si rivela impossibile. I quadrumani, saltano, corrono, s'arrampicano ovunque: difficile catturarli e rimetterli in gabbia. Alla fine i militari desistono. Meglio, far intervenire gli esperti circensi sopraggiunti da Varese «armati» di fucili caricati con proiettili gonfi di sonnifero. Prima del crepuscolo le scimmie, che scodinzolavano dentro il parco recintato del laboratorio, sono state rimesse dietro le sbarre. Dei topolini invece, nessuna traccia. Forse, la banda del Fla, li ha portati lontano, per poi liberarli in qualche bosco. Gli autori dell'insolito gesto hanno distrutto computer, microscopi e tutto il materiale tecnologico presente nei laboratori. Alla fine del raid, hanno trovato pure il tempo per lasciare sui muri alcune scritte: «Le nostre coscienze contro la vostra legge», «Assassini», «Animali liberi». Gli inquirenti hanno aperto un'inchiesta.


«Il Corridoio 5 non può aspettare» Gli industriali incalzano il governo
22 novembre 2006
(ilgiornale.it)

Confindustria dà la sveglia al governo Prodi e chiede il potenziamento delle infrastrutture. In particolare sollecita la realizzazione del corridoio 5, ovvero il progetto ferroviario dell'alta velocità che dovrebbe unire il nostro Paese all'est e all'ovest dell'Europa e senza il quale si rischia di tagliare fuori dallo sviluppo l'intero Paese. Lo hanno affermato gli industriali del Nord che hanno sollecitato il governo a intervenire con certezze e fondi sulle opere infrastrutturali.
Le associazioni territoriali degli industriali ritengono fondamentale una programmazione finanziaria e temporale chiara per realizzare il progetto ferroviario da Lisbona a Kiev e non perdere l'aggancio dei flussi economici. È quanto chiedono i presidenti delle associazioni del nord Italia di Confindustria e la vice presidente Emma Marcegaglia che auspica un cambio di marcia nella politica sulle infrastrutture: «Occorrono impegni formali del governo su tempi e risorse e il superamento di localismi e campanilismi. Non è accettabile che l'esecutivo parli di nuova fase di sviluppo per la competitività e contemporaneamente si sentano voci di stop alle opere. Per non perdere il voto dei Verdi o di altri si ferma tutto». All'incontro «Una staffetta per l'Europa» hanno partecipato in videoconferenza le associazioni industriali di Torino, Genova, Milano, Brescia, Bologna, Venezia e Trieste. Tutti gli interventi hanno sottolineato come il continuo rinvio delle decisioni, l'incertezza sui finanziamenti e dei tempi di realizzazione siano un danno per le imprese e il Paese.

Lentezze che secondo la presidente di Assolombarda Diana Bracco «Se unite alla prevalenza degli interessi locali su quelli nazionali rischiano di penalizzare l'Italia. Sul Corridoio 5 il governo non puo' tirarsi indietro». Secondo il presidente bisogna considerare che nel 2014 i Paesi dell'Europa dell'Est e la Russia produrranno il 9,4% del prodotto interno lordo mondiale: «Restare fuori sarebbe una perdita enorme - spiega - e Milano e la Lombardia hanno un motivo in più per non rinunciare al corridoio: siamo il cuore economico del Paese e rischiamo il collasso infrastrutturale. Nella nostra Regione si produce il 20% del Pil nazionale». Secondo il capo di Assolombarda il problema assumerà dimensioni maggiori se la nostra città avrà l'opportunità di ospitare l'Expo 2015 per il quale sono attesi 16 milioni di visitatori e che, nei cinque anni necessari alla preparazione dell'evento, potrebbe produrre 65mila nuovi posti di lavoro e incidere sull'economia con 13 miliardi di produzione e 7 miliardi e mezzo di valore aggiunto.
Nel 2008 Milano dovrà dimostrare di essere più attrezzata di Smirne per ospitare l'Expo e per Assolombarda essere in grado di gestire un flusso di merci e persone senza precedenti. I tempi stringono e quindi secondo gli industriali è necessario che il governo approvi rapidamente il progetto della tratta ferroviaria Milano-Verona.


Moratti resuscita il ticket, Formigoni lo sotterra
Il sindaco all’assemblea dei Comuni: «Il pedaggio non è morto né mai è stato sepolto». La replica della Regione: nessuna tassa per i lombardi

22 novembre 2006
(ilgiornale.it)

Contrordine: «Il ticket non è mai morto né mai è stato sepolto». Avvertenza firmata da Letizia Moratti. Sì, il sindaco di Milano non ha gettato nel cestino della carta straccia l'idea del ticket, nonostante tutta quell'ondata di polemiche che ha sommerso Palazzo Marino dove la proposta morattiana appariva «punitiva» non solo all'opposizione ma pure alla Cdl.
E, adesso, giocando sui vocaboli, il primo cittadino, ripropone quell'ipotesi in versione soft: «Sarà introdotta una tariffa solo per le auto più inquinanti». Una multa? «No, si tratta di una tariffa, come chiamarla... un pedaggio?». Già, una «tariffa» continua Letizia Moratti «legata a delle aree della città, i cui perimetri saranno studiati nella cabina di regia». Quale? Be', ma quella in cui - oltre al Comune - sono presenti Provincia di Milano e Regione Lombardia.
«Cabina di regia» che, spiega il sindaco, sta «condividendo un piano di lavoro» anti-smog, con «una sperimentazione operativa dai primi del 2007». Come dire: una «misura disincentivante» che dovrebbe spingere gli automobilisti milanesi e non ad un comportamento virtuoso. Conditio sine qua non per un'amministrazione che «a cuore la tutela dei cittadini» in una città dove «l'organizzazione mondiale della sanità indica che i milanesi hanno un'aspettativa di vita di un anno inferiore alla media europea».

E mentre Palazzo Marino scopre la «tariffazione», la Provincia di Milano vagheggia di «eco-indennizzo» ovvero di «un sovrapprezzo che gli automobilisti dovranno pagare nei caselli d'ingresso di Milano, dove c'è una quota notevole di traffico che attraversa l'area metropolitana milanese ma non ha alcuna relazione con essa» fa sapere il presidente Filippo Penati. Che, calcolatrice alla mano, rassicura: «Poche decine di centesimi per ogni automezzo» e, oplà, «si ricavano risorse da investire totalmente nel trasporto pubblico».

Tassa di scopo che, aggiunge l'inquilino di Palazzo Isimbardi, si potrebbe pure raccattare anche attraverso «le tasse aeroportuali, visto che pure gli aerei sono una grande fonte di inquinamento». Altro «sovrapprezzo» che, sostiene Penati, è però potestà della Regione Lombardia. Anzi, rivela, «quest'ipotesi è già contenuta in un dpl della Regione, che così si finanzia il sistema dei parchi».

Roberto Formigoni scuote la testa, la Regione si sa non ci sta a mettere tasse sulle spalle dei lombardi come vorrebbero invece Comune e Provincia e, quindi, più concretamente, Formigoni, si limita a garantire che, nella cabina di regia, «prenderemo in considerazione tutte le forme possibili di lotta allo smog, compresi incentivi e disincentivi» sapendo che «la logica fondamentale è quella di mettere a disposizione più mezzi pubblici di trasporto» e che, quindi, «in corrispondenza di più mezzi pubblici, ci saranno certamente disincentivi all'uso dei mezzi privati».

E sul fronte bus «sia all'interno della città di Milano sia per i tragitti dai Comuni esterni verso il capoluogo», Formigoni, spiega che «la regione sta spremendo fondi per l'acquisto di nuovi bus a metano o ecologici e di aver chiesto a Comune e Provincia lo stesso sforzo». Ma, attenzione, ricorda Formigoni «occorre lavorare anche ad un cambiamento della mentalità nei cittadini», quelli che «hanno l'abitudine ad utilizzare l'auto anche nei piccoli tratti».

Passaggi fondamentali che, sempre secondo il Governatore, vanno accompagnati ad un divieto: quello «al divieto della vendita e della circolazione dei veicoli più inquinanti» e la Regione «è pronto a questo passo straordinario che però alle regioni a statuto ordinario non è concesso» ovvero per togliere dalla circolazione i mezzi ad alta emissione di polveri sottili serve una concessione al Pirellone di pareri straordinari.
Intanto, prepariamoci a nuovi blocchi del traffico «laddove si rendessero indispensabili», conclude Formigoni, dopo quello domenicale che «ha prodotto una significativa diminuzione di Pm10». Blocchi che «insieme ad altre misure prese, come le targhe alterne», commenta il sindaco Moratti, «non hanno dato i risultati sperati». E le centraline dell'Arpa confermano, ieri i livelli di Pm10 erano (quota 85 mg/mc) ancora sopra la soglia. La battaglia anti-smog continua, «con i dati di Milano non si scherza» chiosa Letizia Moratti. E su questo tutti, nessuno escluso, sono d'accordo.


La pista di pattinaggio ai giardini di via Palestro
«
Troppo caos in Duomo». Niente patinoire

Il sovrintendente Artioli: più tutele per il decoro di un luogo simbolo. Terzi: basta il buon senso, in altre città c’è meno severità

22 novembre 2006
(vivimilano.it)

No alla patinoire in piazza Duomo. La sovrintendenza ai Beni architettonici ha espresso parere negativo sulla pista di pattinaggio natalizia nel «salotto buono» di Milano. Il Comune polemizza, ma lancia una proposta alternativa. Gli schettinatori potranno eseguire i loro doppi axel e tripli tolup nei giardini pubblici di via Palestro, luogo simbolo dell’immaginario milanese. Nuovo braccio di ferro tra Comune e Sovrintendenza. Al centro c’è sempre l’utilizzo di piazza Duomo e della Galleria Vittorio Emanuele. «C’è bisogno di un regolamento - attacca il sovrintendente Alberto Artioli - lo chiediamo da anni. Non vogliamo chiudere la piazza agli eventi ma bisogna evitare il sovraffollamento e mettere un po’ d’ordine. Si possono fare le cose, ma in modo ordinato, non casuale». Replica l’assessore agli Eventi, Giovanni Terzi: «Non c’è bisogno di un regolamento, ma semplicemente di un po’ di buon senso. Siamo consapevoli dell’importanza di piazza Duomo, ma siamo anche consapevoli che è la piazza di tutti e in altre città come Roma la sovrintendenza che è statale usa un altro metodo. Vedi piazza Navona».

Fatto sta che la pista di pattinaggio — l’anno scorso ha attirato 15 mila persone e i proventi, circa 100 mila euro sono andati all’Atlha, l’associazione Tempo Libero degli Handicappati — dovrà traslocare. «È un elemento ludico — continua Artioli — ma non fa parte della tradizione del Natale. E poi non è solo la pista. Ci sono le recinzioni, i gruppi elettrogeni, la casetta. Un disordine immane. Diventa un elemento di caos e di confusione incredibile». Le stesse preoccupazioni che qualche mese fa aveva esternato monsignor Luigi Manganini, arciprete del Duomo: «Ma perché la pista di pattinaggio deve essere per forza in piazza Duomo? Esistono tante altre piazze in città». Ma dal Comune tirano fuori un parere dell’avvocatura che riassume il diverso comportamento della sovrintendenza nel corso degli anni. Nel 2001 la pista di pattinaggio non è stata autorizzata «per l’inopportunità di montare strutture ingombranti o di allestire manifestazioni nella piazza simbolo della città». Nel 2002 la sovrintendenza ha cambiato opinione e ha dato parere favorevole, anche se con delle prescrizioni particolari.

Nel 2004 c’è stato ancora una volta parere favorevole, ma viene messo per iscritto che dall’anno prossimo si dovrà cambiare luogo, «per motivi di decoro urbano. Ma l’anno scorso la pista torna al suo posto. Quest’anno il no definitivo: «Noi abbiamo proposto dei luoghi alternativi — spiega Artioli —. Per esempio il Castello, ma non è possibile per via del trasferimento della Fiera degli Oh Bej Oh Bej. O piazza Mezzanotte, ma ci hanno spiegato che gli sponsor fanno difficoltà a trasferirsi in una piazza non centrale». Adesso è arrivata l’alternativa. Da lì a là. Da piazza del Duomo ai giardini di via Palestro. I giardini Montanelli, ma anche i giardini raccontati dallo scrittore milanese Luigi Santucci nel suo romanzo Non sparate sui narcisi, descritti come una sorta di eden per il pensiero e la fantasia. Forse, un luogo ideale, per festeggiare il Natale. «Ma metteremo — conclude Terzi — anche una seconda pista. La faremo in piazza Gramsci. E mi dispiace un po’ che il sovrintendente dica che la pista è brutta in piazza Duomo ma va bene in una piazza della periferia».