Archivio notizie
Rapinata
sala giochi di oltre 45mila euro
Stessa sorte ad una signora uscita
dalla banca
6 novembre 2006
Una sala giochi di Milano, in via
Oreste Salomone, è stata rapinata
questa mattina intorno alle 9.30 da
un uomo armato di pistola.
Lo sconosciuto ha avvicinato il
dipendente e, minacciandolo con la
pistola, si è fatto consegnare i
circa 1.300 euro contenuti nella
cassa ed i 45mila euro della
cassaforte.
Una seconda rapina, avvenuta in via
Accamedia a mezzogiorno, è stata
invece perpetrata ai danni di una
signora di 68 anni. La donna era
appena uscita da un istituto di
credito.
Stando al racconto della vittima,
due delinquenti a bordo di un
motorino le si sarebbero avvicinati
per strapparle la borsa.
Fuga
di gas nella notte, sgomberato
palazzo
6 novembre 2006
Ancora una fuga di gas è all'origine
dello sgombero di una palazzina in
viale Gorizia, zona Navigli,
avvenuto questa notte.
Sul posto sono intervenuti i vigili
del fuoco ed i tecnici dell'azienda
Aem per risolvere il guasto.
Accoltellano
giovane per un tamponamento
6 novembre 2006
Vengono tamponati e, dopo una lite,
accoltellano l'automobilista
responsabile dell'incidente. Ad
agire sono stati tre giovani non
ancora identificati che, nella notte
tra venerdì e sabato, dopo aver
subito il piccolo tamponamento, sono
scesi dall'automobile e hanno
aggredito con tre colpi il guidatore
della vettura dietro di loro, un
giovane di 22 anni.
L'aggredito è stato soccorso dagli
amici mentre i tre delinquenti sono
fuggiti in automobile dopo aver
tolto la targa per evitare di essere
rintracciati.
Secondo i medici, il giovane si
riprenderà in meno di un mese.
Le forze dell'ordine, nel frattempo,
stanno cercando di individuare i
responsabili.
Marocchino
aggredito all'alba da sconosciuto
6 novembre 2006
Un
immigrato marocchino è stato
aggredito questa mattina all'alba da
uno sconosciuto che ha dato fuoco al
suo rifugio.
L'uomo è stato ricoverato in
ospedale a causa delle ustioni
riportate nel rogo ma non è in
pericolo di vita.
Caccia
all’auto a metano: è ecologica ma
introvabile
6 novembre 2006
(ilgiornale.it)
L'auto ecologica per eccellenza - a
metano o Gpl - circola durante i
blocchi del traffico e non pagherà
il ticket. «È la vettura da
comprare» sentiamo ripetere da anni.
C'è un solo problema: a Milano
l'utilitaria ecologica non esiste.
L'auto ideale per muoversi in una
delle metropoli più inquinate
d'Europa non si può comprare, o
quasi. Così come difficili da
trovare, e costosi, sono i
famigerati filtri antiparticolato
per i diesel.
Il finto cliente
La scorsa settimana abbiamo fatto
visita a sei concessionarie di
importanti case automobilistiche (Ford,
Fiat, Renault, Opel, Nissan, Citroën)
fingendoci clienti in cerca di
un'utilitaria nuova, il più
possibile amica dell'ambiente.
Risultato? In cinque delle sei
rivendite non esistono utilitarie a
metano. L'unico ad averla propone un
modello fuori produzione,
recuperabile con un po' di fatica ma
pur sempre esistente. Chi lo
sceglie, però, sa di comprare una
vettura già superata dal nuovo
modello, che non ha - naturalmente -
la versione a metano. Non va meglio
con il Gpl. Una sola concessionaria
si offre di montare l'impianto
sull'auto uscita dalla fabbrica solo
con l'alimentazione a benzina. «Ma
le do un consiglio - dice il
venditore -. Costa più del modello
diesel, il gas ha bisogno di
manutenzione, se poi c'è il blocco
come fanno a capire se sta andando a
benzina o a Gpl? Secondo me, le
conviene il diesel». Il problema non
esiste solo con le utilitarie. I
modelli a metano o Gpl, quando
esistono, sono al massimo due per
casa automobilistica. E si tratta di
macchine grandi.
Parola ai venditori
Non è un bel momento per le
concessionarie. «Ho rinunciato a
capirci qualcosa, ogni cinque minuti
cambiano idea su ticket, bolli,
marmitte» si sente ripetere. Si
arriva al paradosso: il venditore
che sconsiglia l'acquisto. «Se non
ha fretta, aspetti qualche mese,
magari si capisce qualcosa...».
L'onestà meriterebbe un trattamento
migliore da governo e Comune. Regna
invece l'incertezza, «a ottobre le
vendite sono calate del 40% per
colpa della Finanziaria». Ma perché
non si fanno utilitarie a metano o
Gpl? «È solo questione di marketing»
secondo alcuni. Per altri «non ha
senso l'utilitaria a gas, di solito
è la seconda auto della famiglia, si
usa in città per fare pochi
chilometri». Proprio per questo
dovrebbe essere più ecologica... «Ma
cosa crede, che la marmitta
catalitica funzioni bene?», «è stata
un mezzo imbroglio», «alla fine
tutti devono guadagnare qualcosa».
Dubbi sul filtro
I venditori sono scettici anche sul
filtro antiparticolato. Applicato
all'auto diesel, il dispositivo
riduce le polveri sottili che escono
dalla marmitta. I motori a gasolio
liberano molto più Pm10 (le polveri)
di quelli a benzina. Per questo
anche chi possiede un diesel Euro 4
per aggirare divieti e ticket dovrà
avere il filtro. Il problema è
trovarlo. «Non abbiamo modelli col
filtro», dicono due delle sei
concessionarie. Chi ce l'ha, lo
monta a un prezzo da 600 a mille
euro e non su tutti i modelli di
utilitaria (a volte, per averlo, si
deve scegliere una versione più
potente, accessoriata e costosa). Ne
esistono di due tipi, il Fap e il
Dpf. «Ma è sicuro di volerlo? Costa
mille euro, lo scorso anno ci sono
stati solo tre giorni di blocco...
vale la pena?» dice qualcuno. Altri
ricordano che i filtri hanno bisogno
di manutenzione, specie se l'auto è
usata per tragitti brevi. Chi di
mestiere vende auto, insomma, non
parla del filtro con lo stesso
entusiasmo dei politici. Hanno
ragione loro? Una cosa è certa: i
gusti, in fatto di auto, stanno
cambiando.
La rivincita della benzina
«Fino a qualche mese fa vendevamo
solo diesel. Adesso, vuoi per il
caro gasolio, vuoi per i blocchi, i
modelli a benzina sono in ripresa»
dice più di un concessionario.
Diversi sono invece i consigli su
quando sia meglio scegliere un
modello piuttosto dell'altro. «Fa
30mila chilometri l'anno? Non c'è
dubbio, diesel». E se sono 15mila?
«Bisogna fare bene i conti, fino ai
20mila io dico benzina», limite che
qualcuno abbassa a 15mila. «E
bisogna vedere quanti anni terrà
l'auto». Nella partita non entrano
metano o Gpl. E non ci entreranno.
«Modelli a gas in uscita? Nessuna
notizia».
Quelle
Porte chiuse nel traffico
6 novembre 2006
(ilgiornale.it)
È interessante notare come la città
sia vista oggi soltanto come città
da sviluppare, migliorare e rendere
degna di una Expo. Tutto in avanti e
nessuno sguardo al passato, alla sua
storia millenaria? Se lo chiedeva un
amico tedesco, Karl Taut, con alle
spalle una famiglia vissuta alla
scuola del Bauhaus, in una visita a
Milano nella quale ho fatto da
Cicerone, puntando il dito sul
degrado delle nostre «Porte». Ho
approfondito. L'arco di Porta
Romana, al centro di piazza Medaglie
d'Oro, è un rudere a far da
spartitraffico; quello di Porta Tosa
(ora Vittoria ) non esiste più:
restano due malconci caselli e un
recente obelisco; Porta Nuova è una
ricostruzione del 1813 tragicamente
in pietra arenaria e quindi in
perenne degrado; Porta Comasina (ora
Garibaldi) è un altro
spartitraffico; Porta Volta, in
piazzale Baiamonti, è fatta da due
scuri ruderi; l'arco di Porta
Magenta ha lasciato vuoto piazzale
Baracca e stesso destino è toccato a
Porta Lodovica e Vigentina. Miglior
fine è stata quella della nuova
porta Ticinese e della Orientale
(oggi Venezia), con le due
costruzioni restaurate
dall'Associazione Panettieri.
L'amico Taut, rimarcando il fatto
che Milano di monumenti storici ne
mostra ancora ben pochi, lancia una
curiosa proposta: «Queste Porte,
attraversate nel tempo da re,
imperatori ed eserciti, senza
toglierle da dove ancora esistono,
perché non ricostruirle in un grande
parco, con accenni di antichi
contesti architettonici dove
illustrarne la storia,la memoria,la
vita dei tempi? Non mancherebbero lo
spettacolo, l'insegnamento e il
divertimento».
Rapinano
un coetaneo in metrò. Inseguiti e
bloccati dai passanti
6 novembre 2006
(ilgiornale.it)
Alcuni delinquentelli, adolescenti o
poco più, si sono resi responsabili
l'altre sera di una serie di rapine
e furti in strada, ai danni di
coetanei o negozi. E in un episodio,
un paio di ragazzini sono stati
bloccati dalla polizia.
Gli arresti sono avvenuti in Largo
La Foppa, dove nel pomeriggio un
ragazzino di 15 anni, L.F. è stato
derubato del giubbotto Nike da due
coetanei, che lo hanno fermato nel
mezzanino della fermata del metrò
Moscova, minacciandolo con un
bastone. I baby rapinatori, due
studenti, uno per altro già noto per
una piccola rapina, sono stati
fermati dalla polizia grazie
all'intervento di due passanti, che
li hanno inseguiti mentre fuggivano.
Altri due episodi poi nella sera,
entrambi verso le 22. Al parcheggio
di Mario Pagano un ragazzo di 15
anni è stato rapinato del cellulare
da quattro coetanei armati di
coltellini. Rapinatori «cortesi»
comunque, perché dopo essersi fatti
consegnare l'apparecchio hanno
sfilato e restituito la scheda. Alla
stessa ora, nel sottopassaggio
pedonale di piazza Maggi, due
diciottenni sono stati fermati e
rapinati da tre minorenni
extracomunitari, probabilmente
nordafricani, anche in questa
occasione armati di coltello.
Non proprio baby, e forse neppure
gang, quella che al Ticinese ha
preso di mira il negozio di scarpe «Pedro»:
infatti il furto di due scarpe, per
giunta entrambe di piede destro,
viene giudicato dagli stessi
inquirenti una bravata o giù di lì.
Sempre l'altra notte, poco dopo le
tre, il ragazzo, in compagnia di
altri quattro amici, ha sfondato i
due espositori di plexiglass del
negozio Il trambusto è stato sentito
da alcuni residenti che hanno
chiamato il 113. Il giovane è stato
arrestato dagli agenti, mentre gli
amici, tutti ventenni e incensurati,
sono stati indagati per concorso.
Nasce
il partito bipartisan anti-ticket
Solo la Lista Moratti promuove il
pedaggio, sì con riserve da Forza
Italia. Tutte le altre forze
politiche bocciano la tassa
6 novembre 2006
(ilgiornale.it)
Solo la Lista Moratti promuove il
pedaggio anti-smog. Il resto del
consiglio comunale dice «no» al
ticket di Letizia Moratti. Nasce
quindi il partito anti-ticket,
bipartisan naturalmente: dal
centrodestra al centrosinistra si
registra un solo leit-motiv, «così
com'è non funziona». Pollice verso
da maggioranza e opposizione che non
credono affatto alla bontà della
pollution charge del primo cittadino
e che reclamano la necessità di un
confronto con i sindaci dei Comuni
dell'hinterland per un piano
integrato sul problema inquinamento.
E se per Bruno Ferrante, ex
inquilino della prefettura, questo
ticket rischia di «impoverire
ulteriormente chi è già in
difficoltà», per Matteo Salvini,
capogruppo leghista, «un
provvedimento che sottrae dalle
tasche dei milanesi fosse pure un
solo euro, be' è da bocciare».
Risposte senza incertezza che
s'allinea alla posizione della
Regione, mentre la Provincia di
Milano ambiguamente sostiene la
necessità «di un tavolo» per una
decisione «finale che non deve
spettare ai partiti». Intanto, la
Lega verifica in piazza l'umore dei
milanesi: sei su dieci, è il
risultato, sono contrari. Umore che
Palazzo Marino intende saggiare col
referendum, appuntamento per tentare
di ottenere un consenso oggi negato.
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