Archivio notizie


Due persone arrestate per appalti irregolari
Numerosi gli indagati

7 novembre 2006

Due persone sono state arrestate questa mattina a Milano in un'operazione della guardia di finanza contro gli appalti irregolari iniziata nel 2004.
I due sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d'asta ed al subappalto irregolare.
Oltre agli arresti, le fiamme gialle stanno indagando su numerose altre persone, tra cui alcuni funzionari comunali.


E' morta Agata Alma Cappiello, ex parlamentare e consigliera di Milano
7 novembre 2006

Agata Alma Cappiello, ex parlamentare del Partito Socialista Italiano e dei Ds, è morta questa mattina a Milano dopo una lunga malattia.
Cappiello era stata anche consigliera comunale di Milano per il partito socialista e membro della commissione pari opportunità della presidenza del consiglio.


Pedaggio, i sindaci dell’hinterland ribaltano il tavolo: «Andiamo via»
7 novembre 2006
(ilgiornale.it)

«Un comportamento offensivo». In pochissime parole tutta l'indignazione dei sindaci dell'hinterland, convocati a Palazzo Marino per parlare di ticket d'ingresso e invece sommersi con i dati e le slide del Piano triennale per il potenziamento del trasporto pubblico («cose che già sappiamo, ma sappiamo anche che Milano è in ritardo»). Un piano oltretutto vecchio, perché precedente alle modifiche da apportare dopo la proposta della nuova tassa d'ingresso. «Eravamo tutti arrivati qui - la protesta unanime - con in testa il ticket. Ma ci siamo rifiutati di discutere, come si accingeva a fare Croci, del potenziamento futuro del trasporto che verrebbe finanziato con i proventi, semplicemente perché non abbiamo mai avuto modo di discutere del ticket stesso. L'assessore ci ha risposto che magari in separata sede avremmo potuto saperne qualcosa di più». Naufraga, dunque, ancor prima di cominciare qualla che con una certa enfasi era stata definita dal Comune la road map per persuadere cittadini e istituzioni dell'inevitabilità di introdurre una tassa anti inquinamento. Tavolo già gambe all'aria e primi cittadini della cintura che si danno appuntamento per domani pomeriggio nel municipo di Sesto San Giovanni. «L'autoconvocazione dei sindaci - attacca il capogruppo di An Giovanni De Nicola - dimostra l'assenza del presidente della Provincia e il fatto che Filippo Penati non è in grado di esercitare un ruolo di coordinamento dei Comuni». Tutti ormai in rivolta. «Se hanno bisogno di soldi, anche noi ne abbiamo bisogno. Mettono il ticket loro? Lo metteremo anche noi. Diciamo solo che questa è una politica neo medievale». Frasi pesanti che raccontano la delusione di chi, in gran maggioranza di centrosinistra, non ha dubbi sulla necessità di introdurre misure anti smog e anti traffico. «Prima delle tasse ci vogliono le infrastrutture - tuona Angelo Taverniti, sindaco di San Donato e vice presidente dell'Anci -. Alle 8 del mattino i due silos sono già pieni di auto. Come la Paullese e la via Emilia completamente intasate. Non sono assolutamente contrario al ticket, ma non è questo il metodo per risolvere i problemi. Milano non ci ha coinvolto in alcuna decisione». Consapevole dell'emergenza smog il collega di Cormano. «A Napoli la criminalità, qui l'inquinamento - sbotta Roberto Cornelli -. Servono soldi? Andiamo insieme a chiederli alla Regione. Uniti si è più forti, Milano ha invece deciso di fare tutto da sola». A mille il malumore. «La solita visione milanocentrica» si lamenta qualcuno. «Un provvedimento che di fatto applica una tassa su chi non abita a Milano per garantire migliori servizi a chi abita a Milano», la lamentela più diffusa. «Purtroppo - la posizione di Paola Pessina, sindaco di Rho - i quattrini che incasserà Milano non porteranno alcun beneficio al potenziamento del trasporto pubblico extraurbano. Da noi le ferrovie sono congestionate, quanto al trasporto su gomma non ci sono soldi per migliorare la situazione. E cosa fa Milano, fa pagare chi va in città a lavorare portando ricchezza e poi il balzello se lo tiene tutto per sé».


Moratti convinta a rallentare: «Sul ticket pausa di riflessione»
7 novembre 2006
(ilgiornale.it)

«Anche a Londra all'inizio erano contrari. Abbiamo inaugurato una fase nuova, è logico e normale che ci sia una pausa di riflessione...». Letizia Moratti non fa drammi alla fine della lunga giornata in cui i partiti della sua maggioranza e il presidente della Regione, Roberto Formigoni, l'hanno convinta a cancellare il 19 febbraio dal calendario ambrosiano del ticket antismog. Gli incontri istituzionali e la consultazione dei cittadini, già partita su Internet, andranno avanti ad ampio raggio fino al 15 gennaio. Solo allora, dopo un nuovo vertice politico, si deciderà quando e come partire con la sperimentazione. Sintetizza Formigoni: «Possiamo dire che per il momento non c'è motivo di preoccuparsi. Discuteremo del provvedimento tutti insieme, una cabina di regia è stata convocata al Pirellone».
Insomma, nei prossimi mesi non se ne farà nulla e quando si agirà sarà di concerto tra Comune e Regione. Nel frattempo saranno potenziati ferrovie, autobus, metropolitane e tutto ciò che serve per entrare a Milano e a circolare senza bisogno dell'auto. «Siamo all'inizio di un percorso» sospira il sindaco. Una via crucis? è la domanda che le arriva al Museo Diocesano, dove si è trovata faccia a faccia con Formigoni. «Una via crucis? Buona questa, ma no...» incassa sorridendo la Moratti. Lei guarda al futuro e spera di potersi presentare all'incontro di metà gennaio con le carte in regola per andare all'incasso: «Ho preso l'impegno molto preciso di potenziare sin dall'inizio del 2007 il trasporto pubblico nell'area urbana e suburbana». È ottimista o almeno si sforza di esserlo:

«Anche a Londra quando è partita la congestion charge è successa la stessa cosa. Ma se adesso chiedete ai cittadini londinesi esprimono solo apprezzamento».
Formigoni ieri ha parlato al telefono a lungo con il sindaco e tra oggi e domani i due si incontreranno di persona. Il governatore tiene a sottolineare che condivide lo spirito del provvedimento. «L'intento del Comune è meritorio, non vuole né punire né mettere una tassa ma combattere l'inquinamento e migliorare l'aria» dice, prima di far fioccare le obiezioni. Ovvero la necessità di «un'introduzione graduale», gestita «con una cabina di regia al Pirellone» e insieme al potenziamento del trasporto pubblico. «È ovvio che occorre preparare mezzi in più, in modo che i cittadini abbiano la possibilità di scegliere». Non un'imposizione, ma l'opportunità di decidere se usare l'auto (pagando) o preferire i mezzi pubblici (risparmiando).
Il presidente della Regione, l'uomo delle domeniche a piedi, è molto più aperto e possibilista dei partiti, animati dalla volontà di rimandare il più possibile nella speranza di far insabbiare il ticket, un po' quel che era successo con Gabriele Albertini. La Moratti, rispetto all'ex sindaco, ha dalla sua l'arma del programma e intende usarla fino in fondo: «Non ho mai nascosto di voler introdurre il ticket antinquinamento, anzi l'ho molto evidenziato durante la campagna elettorale».
Così durante la riunione di maggioranza ha mostrato disappunto per le critiche arrivate dopo il vertice tra i segretari e fuori dalla sala della giunta. «Ho tenuto tutti bloccati fino alle nove per avere l'approvazione degli assessori, abbiamo valutato anche l'intervento di Bruno Simini» ha ricordato ieri. Quella sera solo l'assessore alle Infrastrutture aveva sollevato qualche obiezione. Nei giorni successivi è arrivata la bocciatura di Gianfranco Fini (e la parziale dissociazione dei vertici di Forza Italia) che ha riaperto le danze all'interno di An e non solo. Al tema, comunque, Letizia Moratti ha dedicato solo gli ultimi dieci minuti del vertice coi partiti. Prima ha parlato di finanziaria, sicurezza, piano anti violenze e di Ballarò, dove è attesa per giovedì sera. Non di solo ticket vive Palazzo Marino.


Ore 8,30: si torna in aula Il primo giorno di 85 bimbi assediati dalle televisioni
7 novembre 2006
(ilgiornale.it)

Scuola di via Ventura: alle 8.30 in punto riprendono le lezioni sospese tre settimane fa da un'ordinanza del prefetto. In verità già ieri mattina erano stati avviati dei corsi per una cinquantina di ragazzi originari dell'Arabia Saudita che frequentano in parte la scuola inglese che quella americana. Verranno in via Ventura ogni sabato e ogni domenica, per svolgere i programmi egiziani, per ottenere alla fine dell'anno scolastico un titolo di studio valido in tutti i paesi in lingua araba del Nord Africa. Qui ieri erano 85 gli alunni sui banchi. «Altri – precisa la direttrice Lidia Acerboni – arriveranno nei prossimi giorni. Gli iscritti sono 130, ma con tutto quel che è successo le famiglie sono ancora disorientate». Non è stata una giornata normale. I bambini arrivano alla chetichella, accolto già a quell'ora da un nugolo di cronisti, fotografi e telereporter. Subito, appena entrati nelle aule, la visita dell'assessore Tiziana Maiolo, venuta a rendersi conto della situazione. Il portone dello stabile resta aperto per tutta la mattinata e i responsabili dell'associazione «Insieme» danno modo ai giornali e alle tv di vedere come è messa la scuola. C'è anche una troupe della tv araba «Al Arabiya» che a metà mattinata ha accesso anche in qualche aula, per la ripresa delle lezioni, in terza e quarta elementare. In tutt'e due le classi c'è una maestra che insegna la lingua italiana. Comunque si alternano ore in lingua araba e in lingua italiana.
A metà mattinata il preannunciato sit-in della Lega: un gruppo di una quindicina di persone con uno striscione: «All'invasione islamica c'è chi dice di no». L'eurodeputato Salvini torna a spiegare l'opposizione del suo movimento alla scuola. Poco distante il presidente dell'associazione “Insieme” Othman Mahmoud scuote la testa: «Perché non vengono anche loro a vedere? Siamo laici e abbiamo un solo obiettivo: preparare i nostri figli a ottenere il titolo di studio italiano, ma allo stesso tempo non perdere quello del paese d'origine». Un'esperienza che del resto ha già un precedente: un'altra scuola araba a pochi chilometri di distanza, a Vimodrone. Ospitata in una scuola comunale. «Una scuola che per tre anni ha occupato il primo piano della media – dice il sindaco della cittadina, Dario Veneroni –. Una convivenza utile per noi e per loro, con continui scambi di esperienze e confronti. Non capisco perché tanto accanimento per la scuola araba di Milano». E dopo questa mattinata fin troppo animata, per i responsabili della scuola di via Ventura un solo desiderio: «Speriamo di poter andare avanti in pace».


Giallo al San Babila, cinque raid notturni
7 novembre 2006
(ilgiornale.it)

Dopo la «paura alla Scala» di buzzatiana memoria, adesso trema il teatro San Babila bersagliato da ignoti incursori che negli ultimi mesi sono penetrati ben cinque volte, l'ultima l'altra sera. E in tutti i casi non sembrava che gli ignoti cercassero soldi. Insomma un giallo che gli stessi gestori del teatro annunciano di essere in grado di chiarire domani in una conferenza stampa.
«Erano le due e trenta circa quando - si legge nel comunicato diffuso dal teatro - è stato aperto il cancello di accesso agli uffici. A quel punto uno o più sconosciuti hanno bussato alla porta di ingresso per verificare la presenza del personale. Era invece in teatro il direttore e amministratore unico, Gennaro D'Avanzo, la cui presenza ha messo in fuga i malintenzionati. Che sono però tornati più tardi, introducendosi con l'usuale sfondamento, sempre stranamente silenzioso, delle porte di accesso».

Sul motivo di queste incursioni, il teatro spiega che «la ricorrente assenza di furti gravi farebbe venir meno la finalità lucrativa degli eventi. Le modalità (è stata lasciata una bottiglia di Coca-Cola in bella vista), i tempi, e soprattutto la ripetizione degli eventi nocivi nel corso delle Stagioni, potrebbero quindi far pensare a episodi mirati a danneggiare il teatro». Le incursioni, infatti, spiegano dal San Babila, hanno delle conseguenze organizzative sugli spettacoli. Oltre a incursioni nell'edificio, il teatro lamenta anche incursioni nel suo sistema informatico, denunciate alla polizia postale.


Tenta di investirlo Carabiniere spara a un ladro in fuga
7 novembre 2006
(ilgiornale.it)

Un carabiniere ha sparato quattro colpi di pistola nel tentativo di fermar una Golf, sulla quale viaggiavano due ladri che per fuggire avevano tentato di investirlo. L'altra sera in via Galliano, una strada centrale di Magenta, poco dopo le 18 i malviventi avevano preso di mira una villetta isolata. Un passante ha però notato la scena e ha chiamato il 112. All'arrivo della pattuglia, i ladri sono saliti sull'auto e hanno cercato di allontanarsi. Il capopattuglia si è messo al centro della strada per intimare l'alt ma il guidatore ha accelerato con l'intenzione di investirlo. Il militare è stato costretto a buttarsi di lato e ha poi esploso i colpi all'indirizzo degli pneumatici, ma i proiettili sono andati a vuoto. I fuggitivi sono riusciti a far perdere le loro tracce.