Legato e imbavagliato,
Marzio Colturani era
rimasto Soffocato Nel
novembre scorso
Medico morto durante
rapina, 3 arresti
In
manette la giovane colf
moldava, la madre e un
cittadino ucraino
15 Febbraio 2008 (vivimilano.it)
La giovane
colf moldava della
famiglia Colturani,
Tatiana Mitrean, 23
anni, la madre della
donna, e un cittadino
ucraino, dei quali al
momento non sono note le
generalità, fidanzato
della ragazza, sono
stati arrestati, a
Milano, dai carabinieri,
per l'omicidio del
medico milanese Marzio
Colturani. Il
professionista milanese
era stato ucciso il 13
novembre scorso nel
corso di una rapina in
casa.
LA BANDA - I carabinieri
del comando provinciale
di Milano hanno
eseguito, nella notte, a
Milano e nella provincia
di Varese, diverse
perquisizioni,
accompagnando in caserma
nel capoluogo lombardo
altri sospettati,
prevalentemente moldavi,
la cui posizione è ora
al vaglio degli
inquirenti. La colf era
stata sentita sin
dall'inizio delle
indagini come persona
informata dai fatti, e
quasi da subito, anche
se con alcune ombre, gli
investigatori si erano
concentrati su una pista
che portava
all'individuazione di
una banda di stranieri.
REFURTIVA ABBANDONATA -
Durante la rapina,
durante la quale Marzio
Colturani era morto
soffocato dopo essere
stato legato e
imbavagliato con uno dei
figli, erano stati
portati via alcuni
quadri, ritrovati dopo
qualche ora in un parco
di Milano.
IL FIGLIO: NON AVEVO
DUBBI - «Non avevo dubbi
che ci fosse di mezzo la
colf, l'avevo pensato
sin dal primo momento»,
ha detto Matteo
Colturani, figlio
maggiore del medico
ucciso. Tra l'altro,
c'erano già stati degli
episodi di furto in casa
Colturani, prima della
rapina fatale, di cui
sarebbe stata ritenuta
responsabile la colf
moldava, Tatiana Mitrean.
A quanto si è appreso,
incitata dalla madre, la
colf avrebbe già rubato
un anello con diamanti,
un servizio per 12 di
posate in argento oltre
ad altri piccoli oggetti
di valore. Tatiana e il
fidanzato ucraino
arrestato con lei sono
accusati di concorso in
rapina e omicidio
volontario. Insieme ai
due e alla madre della
moldava, su ordine dal
gip Paolo Ielo e su
richiesta del
Procuratore aggiunto
Alberto Nobili e del pm
Bruna Albertini, è stata
arrestata anche una
quarta persona, Leonid
Malusz, anche lui
ucraino, accusato di
favoreggiamento.
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Alle 15.10 tutti gli
autisti Atm
rispetteranno uno stop
di un minuto
Incidente, Trabucchi:
«Sono distrutto» Ha
ribadito al pm Vassena
di aver effettuato la
manovra per evitare due
pedoni.
È
indagato per omicidio
colposo e lesioni
colpose plurime
15 Febbraio 2008 (vivimilano.it)
È terminato
intorno alle 13
l'interrogatorio di
Marco Trabucchi, il
conducente del Suv che
giovedì pomeriggio
avrebbe provocato il
tragico incidente in
corso di Porta Vittoria
in cui sono stati
coinvolti un tram e un
bus. L'uomo, indagato
per omicidio colposo e
lesioni colpose plurime,
è stato sentito dal pm
Cecilia Vassena. «Non ho
parole per quello che è
successo, sono
distrutto» ha detto
Trabucchi uscendo dal
Tribunale. Il 38enne
procuratore di
calciatori, di origini
veneziane ma residente
in Svizzera, ha definito
allucinanti le
circostanze in cui è
avvenuto l'incidente e
ha aggiunto: «Capisco
che su quella macchina
c'ero io». L'uomo ha
ribadito la versione
fornita dopo lo scontro
e cioè che l'invasione
della corsia
preferenziale è stata
necessaria per evitare
due passanti. Ancora in
stato di choc, ha
aggiunto però di avere
ricordi annebbiati
sull'immagine dei
pedoni.
DUE PEDONI - «Trabucchi
ha ripetuto di essere
stato costretto con
l'auto a sbandare per
evitare due pedoni che
attraversavano la
strada, ma si tratta di
fotogrammi, quasi di una
sensazione, dettagli
molto scarni». Così il
legale di Trabucchi,
Vinicio Nardo, ha
sintetizzato la
deposizione davanti al
pm del suo assistito.
Secondo Nardo, Trabucchi
ha fatto solo delle
precisazioni perché
giovedì aveva già
spiegato tutto. «Questa
storia cambierà la sua
vita, ma lui adesso
oltre che disponibile ad
aiutare gli inquirenti a
ricostruire la dinamica
dei fatti, vuol fare
qualcosa per aiutare le
vittime, chi è rimasto
ferito e confortare i
parenti della vittima.
Trabucchi è una persona
addolorata, travagliata»
ha aggiunto.
AUTISTI FERITI - A
ricordare il tragico
scontro, avvenuto
proprio davanti a
Palazzo di Giustizia, un
lumino bianco e dei
mazzi di fiori,
appoggiati sulla cabina
del regolatore
semaforico. Folle di
curiosi si fermano nel
punto dove è avvenuta la
tragedia. Ci sono dei
cameramen, qualcuno che
scatta con la macchina
fotografica o col
cellulare. Alle 15.10
tutti gli autisti dei
mezzi pubblici di
superficie dell'Atm
rispetteranno uno stop
simbolico di un minuto,
per ricordare la vittima
ed esprimere solidarietà
ai feriti. Intanto
restano in prognosi
riservata i conducenti
del tram e del bus. Per
il conducente del tram,
Marco Momentè, resta la
prognosi riservata.
L'uomo è stato
sottoposto a un
intervento
neurochirurgico al
Policlinico e il decorso
post operatorio è nella
norma. Migliora, ma è
ancora riservata, la
prognosi del conducente
del bus, Domenico
Jolmann Ressa,
sottoposto sino a tarda
notte a un intervento di
riduzione e
ricomposizione delle
numerose fratture agli
arti inferiori dai
sanitari del San Carlo.
IL BILANCIO - In totale
sono 21 i feriti ancora
ricoverati in ospedale,
quattro in condizioni
molto gravi secondo il
bilancio fornito dal
vicesindaco De Corato.
Sono in prognosi
riservata una donna
americana ricoverata al
Fatebenefratelli,
l'autista del bus, in
cura al San Carlo, il
conducente del tram,
affidato ai medici del
Policlinico e una donna
sudamericana, cui i
medici del Sacco hanno
dovuto amputare una
gamba. Gli altri 17
feriti sono meno gravi.
Tre (un uomo e due
donne) sono ospitati al
San Raffaele, altri tre
(due donne e un uomo) al
Sacco, una donna
israeliana al San Paolo
e sette al Policlinico
(due uomini, di cui uno
di origine cinese e
cinque donne). Ancora
meno gravi le condizioni
delle due donne e
dell'uomo ricoverati al
Niguarda.
SOCCORSI - Sul versante
politico, scoppia una
polemica a distanza tra
la Regione e il
vicesindaco De Corato
sulla tempestività dei
soccorsi. Il 118 ha dato
prova di massima
efficienza e
tempestività - si legge
in una nota del
Pirellone -. Le prime
tre ambulanze sono
giunte sul posto 6
minuti dopo la chiamata
(15.15), il ricovero dei
primi pazienti è
avvenuto alle 15.27.
Complessivamente sono
state mobilitate 14
ambulanze, tre auto
mediche, un'unità
maxiemergenze e 42
soccorritori tra medici
e infermieri e coinvolti
13 ospedali. Nella nota
si osserva che «lascia
perciò stupefatti
l'accusa alle ambulanze
che, a quanto si legge
su un importante
quotidiano (il Corriere,
ndr. Leggi l'articolo),
il vicesindaco De Corato
avrebbe espresso.
Sarebbe un'accusa che
non ha nessuna ragion
d'essere. La rete di
emergenza urgenza si è
dimostrata tra l'altro
tanto più efficiente se
si considera che nel
medesimo periodo
temporale interessato
dall'evento, oltre
all'attività sul luogo
dell'incidente, sono
stati effettuati altri
26 interventi di
soccorso».
Moratti, "nessuna risposta
da governo"
15 Febbraio 2008 (AGR)
''Abbiamo
chiesto da settimane la
convocazione del tavolo
per Malpensa, ma dal
governo stiamo ancora
aspettando''. Lo afferma
oggi il sindaco di
Milano, Letizia Moratti
e precisa: ''Ho inviato
due telegrammi senza
avere risposta". Secondo
il sindaco di Milano
''senza Malpensa gli
imprenditori avrebbero
costi di trasporti molto
maggiori.
Oggi bicentenario
Borsa italiana
15 Febbraio 2008 (AGR)
Oggi si aprono le
celebrazioni per il
bicentenario della Borsa
italiana a Palazzo
Mezzanotte; dalle 10.30
saranno diverse le
personalita' politiche
che vi prenderanno
parte. Anche il
Presidente Napolitano
sara' in Piazza Affari
in mattinata.
Tre arresti per omicidio
Colturani
15 Febbraio 2008 (AGR)
Tre arresti stamattina a
Milano per l'omicidio
del medico milanese
Marzio Colturani. Sono
la colf moldava della
famiglia Colturani,
Tatiana Mitrean, 23
anni, la madre della
donna, e un cittadino
ucraino. Inoltre sono
stati accompagnati in
caserma a Milano alcuni
altri sospettati,
prevalentemente moldavi.
Il professionista 64enne
era morto il 13 novembre
scorso dopo una rapina
avvenuta nel suo
appartamento. Era stato
soffocato dal bavaglio
di nastro adesivo
messogli dai rapinatori.
Tre dei feriti sono
gravi, a una donna è
stata amputata una gamba
Scontro tra bus e
tram, muore una donna
Conducente dell'auto
indagato per omicidio
Drammatico incidente in
corso di Porta Vittoria
a Milano, davanti
Palazzo di Giustizia. Un
Suv ha invaso la corsia
riservata ai mezzi
15 Febbraio 2008 (vivimilano.it)
È indagato
per omicidio colposo
l'uomo alla guida della
Porsche che avrebbe
provocato, con una
manovra azzardata, il
terribile incidente
davanti al Palazzo di
Giustizia di Milano, che
ha fatto una vittima e
una ventina di feriti.
Assistito da un avvocato
d'ufficio, l'uomo, un
agente di commercio nato
a Venezia ma residente
in Svizzera, è stato
convocato dal Pm Cecilia
Vassena per
l'interrogatorio
(sospeso solo in tarda
serata per consentire
all'uomo di andare in
ospedale a farsi
medicare).
L'interrogatorio
dell'agente di commercio
riprenderà venerdì
mattina. Il drammatico
incidente giovedì, poco
dopo le 15: in uno
scontro frontale tra un
autobus e un tram, le
cabine di guida dei due
mezzi pubblici si sono
compenetrate. La vittima
è Giuliana Grossi, 52
anni: la donna, sposata
e originaria di San
Benedetto Po, viveva in
via Donatello 7 a
Milano. Al momento dello
scontro frontale era
seduta dietro al
conducente del bus.
Ventisei i feriti
dell'incidente, tra cui
tre molto gravi. Sono i
due autisti e una donna,
che ha subìto
l'amputazione di una
gamba. Ricoverati i
conducenti dei due
mezzi, che hanno
fratture alle gambe e
alla cassa toracica.
L'uomo alla guida del
tram è sottoposto a un
intervento chirurgico.
L'Atm ha reso noti i
loro nomi: Dolmann Ressa
e Marco Momentè. Altri
feriti presentano
fratture alle gambe e
traumi diffusi in tutto
il corpo. Ai venti
feriti lievi i medici
hanno prestato cure sul
posto.
FRONTALE - Un tram jumbo
della linea 12, con
destinazione Roserio, si
è scontrato frontalmente
con un bus della linea
60. L'incidente è
avvenuto a causa di una
manovra brusca
effettuata dal Porsche
Cayenne con targa
svizzera, che ha invaso
improvvisamente la
corsia centrale
riservata ai mezzi,
mettendosi addirittura
contromano. A quel punto
l'autobus, per evitare
l'auto, è finito dentro
il tram. Il conducente
della Porsche, un agente
di commercio elvetico, è
stato portato negli
uffici del nucleo
radiomobile della
polizia locale e si è
giustificato affermando
di essersi trovato
davanti due pedoni e che
per evitarli ha invaso
la corsia preferenziale.
La circostanza non
risulta confermata da
testimoni. «Le
telecamere chiariranno
anche se questi passanti
c'erano o meno» ha detto
il vicesindaco De Corato,
arrivato sul posto con
il sindaco Moratti.
Secondo un testimone,
l'uomo alla guida del
Suv avrebbe cercato di
sorpassare il bus per
immettersi nella corsia
preferenziale. Nella
manovra avrebbe urtato
il bus e lo avrebbe
spinto di lato contro il
tram. Un gruppo di
cittadini radunati a
margine della strada ha
gridato: «Vergogna,
vergogna. Non è questa
la sicurezza che
vogliamo» all'indirizzo
di Moratti e De Corato.
MORATTI - «Siamo vicini
a chi sta soffrendo» ha
detto il sindaco
precisando di essere lì
«solo per vedere di
aiutare nelle operazioni
di soccorso», in attesa
della ricostruzione del
magistrato. La Moratti è
poi andata al
Policlinico per una
visita ai feriti, De
Corato all'ospedale San
Carlo. L'assessore alla
Salute Landi di
Chiavenna si è recato
all'ospedale San
Raffaele per visitare
altri feriti. «Ci sono
immagini e testimoni e
il magistrato ha tutti
gli elementi per fare
considerazioni» ha
spiegato De Corato. Sul
posto dell'incidente c'è
una telecamera che
dovrebbe aver ripreso le
fasi dell'incidente.
«Questo non è un
problema di sicurezza
stradale - ha aggiunto
De Corato -. È un
problema di
indisciplinatezza. Ci si
dovrà porre il problema
di questi Suv». I
filmati saranno
acquisiti dal pm
titolare dell'inchiesta,
che ascolterà i
testimoni.
INCASTRATI - Agenti,
vigili del fuoco e
medici del 118 hanno
estratto i passeggeri
rimasti incastrati tra
le lamiere. Molte
persone sono state
assistite dai medici ai
lati delle strade. Sul
marciapiede è stata
allestita una tenda con
due brande e
attrezzature per il
primo soccorso. Il 118
ha attivato la sua unità
di grandi emergenze.
Sono intervenute due
automediche del Niguarda
e una del
Fatebenefratelli,
l'ambulanza per le
maxiemergenze del
Niguarda e altre 20
autolettighe. Traffico
nella zona completamente
bloccato con numerosi
autobus e tram fermi. Le
linee 12 e 27 sono state
deviate, la 23, la 60 e
la 73 interrotte in
piazza V Giornate. Tutto
corso di Porta Vittoria
chiuso al traffico.
SINDACATI - I sindacati
confederali di categoria
esprimono profondo
cordoglio per
l'incidente. «Senza
voler formulare né
accuse preventive né
giudizi sommari -
scrivono in una nota -,
siamo costretti a
segnalare la criticità
costante in cui sono
costretti ad operare i
lavoratori dell'Atm».
Per Cigl, Cisl, Uil e
Orsa dell'Atm, «il
servizio di trasporto
urbano non ha elementi
d'insicurezza e anche in
questo caso sembra sia
conseguenza
dell'ennesima e grave
violazione del codice
della strada di un mezzo
privato che
probabilmente non poteva
transitare nelle corsie
riservate. Chiediamo al
Comune e ad Atm di
attivare tutte le
iniziative, corsie
preferenziali protette,
controlli rigorosi da
parte delle forze
dell'ordine, che
facciano da reale
deterrente al ripetersi
di altri fatti
luttuosi».
L'incidente presso il
Palazzo di Giustizia
«Un gran botto, poi
fumo e caos»
Le
testimonianze dopo lo
scontro tra un tram e un
autobus: «Nessun pedone
davanti all'auto che ha
sterzato»
15 Febbraio 2008
(vivimilano.it)
«Non ho visto nessun
pedone attraversare la
strada». Un testimone
oculare sembra smentire
quanto detto
dall'autista del suv che
avrebbe provocato
l'incidente tra un
autobus e un tram
avvenuto a Milano (il
bilancio provvisorio è
di un morto e 26
feriti). Il testimone ha
raccontato di avere
visto l'autista
dell'auto entrare nella
corsia preferenziale,
urtando l'autobus e
provocando l'impatto tra
i due mezzi dell'Atm. Il
testimone ha aggiunto di
non avere visto pedoni
di fronte all'auto
(pedoni che secondo
un'altra ricostruzione
sarebbero stati il
motivo della brusca
deviazione
dell'automobilista). «La
furbata di entrare nella
preferenziale - ha detto
Marco M. - la fanno
tutti, tutti i giorni».
«Ho visto la gente -
racconta - spaccare i
vetri per uscire e una
donna intrappolata
nell'autobus tra due
poltrone. Sembrava una
scena da film».
FUMO E VETRO - «In un
attimo è stato il caos -
racconta Consiglia
Carbone, napoletana
d'origine ma residente a
Milano, che nel momento
del tragico frontale si
trovava sul tram - C'era
fumo e vetro
dappertutto». «Ho visto
in una frazione di
secondo che l'autobus
che veniva dalla parte
opposta alla nostra ha
cercato di evitare una
grossa auto scura e c'è
venuto addosso -
aggiunge -. L'autista
del tram ha cercato di
frenare. Eravamo partiti
da poco dall'ultima
fermata. Ma non è stato
possibile fare nulla. In
un attimo ho sentito un
gran botto e poi fumo e
vetro. Ho tirato una
manopola di sicurezza e
sono scappata».
SANGUE - Un'altra
testimone ha raccontato
a SkyTg24 di aver visto
«un sacco di gente piena
di sangue che scendeva
dal tram. Molti sono
rimasti feriti dalle
schegge di vetro».
Tragedia a Milano: tram
contro bus
Una donna morta, 21
persone ferite
15 Febbraio 2008 (ilgiornale.it)
Milano - Il
muso sfigurato, ridotto
a poco più di un
moncone. Orribile e
sinistro. Quel che resta
di un tram. Che viene
arpionato dalla gru,
mentre i tecnici dell’Atm
lavorano in tre,
appresso a una grande
leva per disincagliarlo.
E, di fronte, l'autobus.
Ripiegato su stesso.
Come quelle balene che
vanno a spiaggiare. Che
poi sarebbe morire. Al
capolinea di un viaggio
che sembrava un viaggio
come tanti altri. Magari
noioso, magari persino
sereno. Ore 15 e 10.
Tragedia a Milano, nel
cuore di Milano: Porta
Vittoria. Una donna
morta e ventisette
feriti. Morire per una
fatalità, tremendamente
viziata
dall'incoscienza. Una
fatalità partorita,
molto probabilmente,
come capita spesso,
dall'arroganza. Fissiamo
quelle immagini e
tornano in mente certe
copertine della
Domenica, le copertine
di Walter Molino.
Giriamo e rigiriamo lo
sguardo, dentro il
solito perimetro
delimitato dai nastri
biancorossi. Che sono
oramai quella sorta di
inquietanti sottotitoli
moderni che significano
e segnalano la
consuetudine
dell'angoscia: allarme,
dramma. Morte. Il
Tribunale, i negozi, i
bar affollati. La gente
che camminava a passo
svelto. Il traffico e le
corsie preferenziali
che, come è accaduto
anche questa volta,
diventano un terreno da
espropriare. Il cuore di
Milano. Come sempre. In
un pomeriggio di
straordinaria normalità.
Il cuore di Milano, lo
stesso di cinque minuti
prima. Cinque minuti
prima di questo dannato,
impensabile, scontro
frontale che ora ci
troviamo a sezionare con
gli occhi. Ci sono i
dettagli della morte e
del dramma sparsi
sull’asfalto: un
calzino, una borsetta un
giaccone. I segni di
riconoscimento di tanti
volti anonimi di un
viaggio anonimo sul tram
numero 12 in un senso di
marcia e sull'autobus
60, nel senso opposto.
Gli effetti personali
degli sfortunati
protagonisti di
quest’assurda vicenda,
che alcuni vigili urbani
si preoccupano di
raccogliere con
delicatezza e di
inserire in sacchi
scuri. Scontro frontale
provocato da un Suv,
Porsche Cayenne, che
sbuca da via Mentana e
si immette in corso di
Porta Vittoria,
imboccando la corsia dei
privilegiati, appunto.
Solo che alle sue spalle
sta arrivando l'autobus.
È un attimo. Anzi forse
meno di un attimo. A
morire in modo così
assurdo schiacciata tra
le lamiere che si
impennano e si
contorcono, la
passeggera che sedeva
giusto dietro l'autista
dell'autobus, Giuliana
Grossi, 52 anni, sposata
e residente a Milano,
originaria di San
Benedetto Po, in
provincia di Mantova. A
seguire il resto del
bollettino medico che
somiglia tristemente a
un bollettino di guerra:
una donna alla quale è
stata amputata una
gamba. Altri due feriti,
gli autisti dei due
mezzi, uno dei quali
sottoposto a una
delicatissima operazione
alla testa, che sono in
codice rosso ovvero con
prognosi riservata. «Io
l'incidente l'ho visto
in diretta, mentre stavo
passando davanti al bar
Garden - ci racconta
Stefano Cannariato -:
c’è stato un colpo
fortissimo, l'autista
dell'autobus ha sterzato
per evitare di
schiacciare il Suv che
ha fatto sicuramente
un'infrazione, uscendo
da via Manara, e ha
costretto l'autobus ad
andare a fare il
frontale con il tram».
Così, mentre scriviamo
queste righe, i pubblici
ministeri Cecilia
Vassena e Roberta Brera,
titolare dell'inchiesta
sull'incidente hanno
appena concluso
l’interrogatorio del
conducente del Suv.
L'uomo, Marco Trabucchi,
38 anni, agente di
commercio nato a Venezia
ma residente in Svizzera
nel Cantone di Friburgo,
è indagato per omicidio
colposo e lesioni
aggravate plurime.
Insiste a raccontare che
è stata tutta colpa di
due passanti che gli
hanno attraversato la
strada all’improvviso,
appena ha svoltato e che
l’hanno costretto a
sterzare e a cambiare
corsia. Peccato che
nessun testimone oculare
abbia visto quei due
pedoni. E che lui abbia
persino rischiato di
esser linciato dalla
gente di Porta Vittoria
quando si è fermato,
pochi metri dopo
l'impatto di strisciata
con l'autobus. Il resto
è come se fosse chiuso,
imprigionato nella
memoria dei testimoni e
dei passeggeri, per
fortuna non moltissimi,
data l’ora non
propriamente di punta,
che viaggiavano sui due
mezzi pubblici. Una
nuvola che racchiude
pianti, urla. Il terrore
dei passeggeri che
vengono liberati da un
gruppetto di giovani che
rompono i vetri dei
finestrini e cercano di
aprire le porte di quei
mezzi che,
improvvisamente si sono
trasformati in trappole.
Le sirene che sibilano.
Le ambulanze che già non
bastano più tanto che
viene allestito un posto
di primo soccorso. Le
telecamere di
sorveglianza del
traffico ci diranno la
verità dice il
vicesindaco De Corato.
Già, la verità. Chissà
come l’avrebbe
disegnata, Walter
Molino, la verità.
La ricostruzione dell'incidente
15 Febbraio 2008 (ilgiornale.it)
La Porsche Cayenne che
percorre corso di Porta
Vittoria, infila
bruscamente la corsia
preferenziale, urta
l'autobus e lo manda a
sbattere frontalmente
contro il tram: ecco una
ricostruzione di quella
che, secondo le prime
testimonianze, potrebbe
essere stata la dinamica
dell'incidente:
Povertà, aborto, voto Ma
al Pirellone si
litiga sulle rane
15 Febbraio 2008 (ilgiornale.it)
E poi si lamentano se la
gente li sente lontani e
non li ama. Già, mentre
l’Italia si divide per
l’ennesima volta
sull’aborto, mentre
Berlusconi e Veltroni
lanciano la campagna
elettorale dalle
poltroncine di «Porta a
porta» lasciando
intravedere una specie
di Terza Repubblica,
mentre a Milano Roberto
Mazzotta, presidente
della Banca Popolare,
annuncia che siamo
tornati poveri come nel
Dopoguerra, in Regione
Lombardia c’è chi litiga
per le rane. Sì,
parliamo proprio di
quegli anfibi apprezzati
dai gourmet soprattutto
nella versione fritta o
in guazzetto.
Il fatto. Alla
commissione Ambiente del
Pirellone, An presenta
un emendamento che
consente di prelevare le
rane degli allevamenti
privati durante tutto
l’anno senza alcun
rispetto per i mesi
della riproduzione.
Apriti cielo. Il Verde
Monguzzi, e gli va
dietro l’opposizione, si
inalbera e dice che così
le rane diventano a
rischio estinzione. E
motiva questo suo timore
con un retroscena
«piccante».
Negli allevamenti
privati si intrufolano
un sacco di rane,
diciamo così selvagge, a
caccia di partner
sessuali. Evidentemente
li trovano (forse le
rane d’allevamento
avendo vita più facile
hanno più tempo da
dedicare al sesso?) e
così la voce si è
diffusa fra i batraci
che sempre più numerosi
si intrufolano in questi
paradisi erotici per
anfibi.
E qui scatta il rischio
estinzione: quando
infatti i proprietari
degli allevamenti
gettano le reti per
catturare un po’ di rane
da spedire ai ristoranti
non stanno certo a
guardare se lì dentro ci
sono anche ranocchi in
visita di piacere.
E così, zac la frittata
(in tutti i sensi) è
fatta. A rischiare,
stando sempre ai Verdi,
sono soprattutto la Rana
Rossa (non è un bel
momento per chi indossa
questa casacca) e la
Rana Lessona che hanno
delle difficoltà a
spiegare che loro sono
protette dalla Ue.
L’attore John Barrymore
l’aveva capito. Diceva:
«Prima o poi lo
capiranno anche le
rane». Ma al Pirellone
non hanno niente di
meglio per passare il
tempo?
Multato, il rugbista
placca il vigile
15 Febbraio 2008 (ilgiornale.it)
Non basta essere un
grande sportivo per
prenderla sportivamente
quando un vigile urbano
mette mano al libretto
delle multe. E Pierpaolo
Pedroni, forse il nome
più rappresentativo del
rugby milanese negli
anni Novanta, è finito
sotto processo per avere
perso platealmente la
calma quando ha
incrociato un agente
della polizia municipale
intento a distribuire
contravvenzioni al
seguito di una pattuglia
del lavaggio strade
dell’Amsa. La cosa
straordinaria è che, a
quanto pare,
l’automobile multata non
era nemmeno quella di
Pedroni. Ma si sa che i
rugbisti sono fatti
così: un torto fatto a
un amico è come se
venisse fatto a loro.
Così martedì mattina
Pedroni - seconda linea
del Mediolanum campione
d’Italia e per
venticinque volte della
Nazionale azzurra - è
dovuto comparire in
tribunale per essere
processato insieme alla
sua amica Gaia
Mantovanini. Il vigile
urbano incappato nelle
ire di Pedroni ha
infatti sporto denuncia
nei suoi confronti per
resistenza e oltraggio a
pubblico ufficiale,
oltre che per il rifiuto
di consegnare i
documenti. Ma il vecchio
rugbista contesta la
versione fornita dal
«ghisa». E così, invece
di patteggiare la pena
come avviene di solito
in questi casi, ha
chiesto di affrontare il
dibattimento per fare
valere le sue ragioni.
Il processo si terrà il
prossimo 13 giugno.
Secondo quanto scritto
nel fascicolo
processuale, tutto
accade alle 1,04 di una
notte dell’anno scorso
in via Giuditta Sidoli,
dietro piazzale Susa.
Una squadra della
nettezza urbana sta
lavando le strade,
accompagnata da un
vigile urbano. Una
macchina, nonostante i
cartelli che indicano il
divieto settimanale, è
ancora parcheggiata
sulla via. Il vigile
scende e inizia a
compilare la
contravvenzione. Ed è a
questo punto che si vede
venire incontro un
armadio di quasi due
metri: è Pedroni. Che
inizia a inveire, «ma
che cosa fai, ma sei
scemo, ma che c... ti
metti a fare le multe».
La signora che è insieme
al rugbista si lancia
anche lei contro il
vigile, anzi mette
addirittura in dubbio
che sia un vigile vero
anche se è in divisa:
«Quella divisa non vuol
dire niente, le vendono
a Porta Ticinese, tu ti
sei vestito da
Carnevale». Nel
frattempo Pedroni
impugna il telefonino e
si mette a scattare foto
a raffica sia al vigile
sia alla sua automobile.
Quando il vigile chiede
i documenti, i due
rifiutano di
consegnargli, e tengono
duro fin quando non
arrivano i rinforzi. A
quel punto anche Pedroni
deve arrendersi. E si
ritrova sotto processo.
Asili aperti ai
clandestini? La
Moratti pronta a fare
ricorso
15 Febbraio 2008 (ilgiornale.it)
Avanti col ricorso,
nessuna retromarcia.
Appena rientrata dalla
missione a New York, il
sindaco Letizia Moratti
ha rassicurato la sua
maggioranza, già in
fibrillazione dopo le
aperture dell’assessore
all’Educazione Mariolina
Moioli sull’accesso dei
bambini clandestini alle
materne comunali. I casi
dei figli di irregolari
saranno presi in carico,
come sempre, dai servizi
sociali che per le
situazioni di bisogno
hanno sempre trovato un
posto all’asilo anche a
chi è senza permesso di
soggiorno. Ma le liste
d’attesa sono riservate
a residenti e stranieri
regolari, e Palazzo
Marino non transige.
Dunque: avanti col
ricorso contro
l’ordinanza del
tribunale che lunedì ha
dato ragione a una mamma
marocchina irregolare
che chiedeva di
accogliere la figlia
alla materna. Nelle
motivazioni il giudice
Claudio Marangoni ha
fatto riferimento
all’«abituale dimora»
della bambina nel
territorio comunale.
Ragion per cui,
l’assessore Moioli due
giorni fa in commissione
aveva spiegato ai
consiglieri che quasi
certamente la circolare
sarebbe stata corretta,
dando la possibilità a
chi è in grado di
dimostrare quel
requisito -
praticamente, quasi
tutti i bimbi irregolari
- di iscriversi
all’asilo. Apriti cielo
della maggioranza, che
ha chiesto di tenere la
linea dura. Nessun
cedimento, hanno preteso
compatte Forza Italia,
An e Lega: «Visto che è
diventata una battaglia
di principio, sul
principio noi abbiamo
ragione e non
transigiamo: avanti col
ricorso».
Ma la Moratti, ieri, ha
dato rassicurazioni che
vanno proprio in questa
direzione. Palazzo
Marino recepirà
l’ordinanza del
tribunale, perché in
attesa del giudizio
finale è da intendersi
immediatamente esecutiva
(l’udienza sulla causa è
rinviata al 15 maggio),
ma di fatto già aveva
accolto la richiesta
della donna, che infatti
ha un appuntamento
fissato con gli
operatori per il 18
febbraio. Ma il Comune
attraverso i propri
legali presenterà subito
ricorso e la circolare
sulle iscrizioni -
contestata nei giorni
scorsi anche da Cei,
Caritas e Cgil, mentre
il ministro
all’Istruzione Giuseppe
Fioroni il mese scorso
ha addirittura tagliato
i fondi agli asili
comunali - dovrebbe
rimanere immutata.
Soddisfatto» il
capogruppo della Lega
Matteo Salvini. «É
sacrosanto che si vada
avanti con il ricorso,
perché siamo convinti
che ci darà ragione -
concorda il capogruppo
di An Carlo Fidanza -.
Prendiamo atto con
soddisfazione
dell’intendimento della
giunta e ci impegniamo,
una volta al governo, a
sciogliere
definitivamente questo
nodo». «La nostra linea
- afferma Giulio Gallera,
capogruppo di Fi - era e
resta quella del
ricorso».