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Legato e imbavagliato, Marzio Colturani era rimasto Soffocato Nel novembre scorso
Medico morto durante rapina, 3 arresti
In manette la giovane colf moldava, la madre e un cittadino ucraino
15 Febbraio 2008 (vivimilano.it)

   La giovane colf moldava della famiglia Colturani, Tatiana Mitrean, 23 anni, la madre della donna, e un cittadino ucraino, dei quali al momento non sono note le generalità, fidanzato della ragazza, sono stati arrestati, a Milano, dai carabinieri, per l'omicidio del medico milanese Marzio Colturani. Il professionista milanese era stato ucciso il 13 novembre scorso nel corso di una rapina in casa.

LA BANDA - I carabinieri del comando provinciale di Milano hanno eseguito, nella notte, a Milano e nella provincia di Varese, diverse perquisizioni, accompagnando in caserma nel capoluogo lombardo altri sospettati, prevalentemente moldavi, la cui posizione è ora al vaglio degli inquirenti. La colf era stata sentita sin dall'inizio delle indagini come persona informata dai fatti, e quasi da subito, anche se con alcune ombre, gli investigatori si erano concentrati su una pista che portava all'individuazione di una banda di stranieri.

REFURTIVA ABBANDONATA - Durante la rapina, durante la quale Marzio Colturani era morto soffocato dopo essere stato legato e imbavagliato con uno dei figli, erano stati portati via alcuni quadri, ritrovati dopo qualche ora in un parco di Milano.

IL FIGLIO: NON AVEVO DUBBI - «Non avevo dubbi che ci fosse di mezzo la colf, l'avevo pensato sin dal primo momento», ha detto Matteo Colturani, figlio maggiore del medico ucciso. Tra l'altro, c'erano già stati degli episodi di furto in casa Colturani, prima della rapina fatale, di cui sarebbe stata ritenuta responsabile la colf moldava, Tatiana Mitrean. A quanto si è appreso, incitata dalla madre, la colf avrebbe già rubato un anello con diamanti, un servizio per 12 di posate in argento oltre ad altri piccoli oggetti di valore. Tatiana e il fidanzato ucraino arrestato con lei sono accusati di concorso in rapina e omicidio volontario. Insieme ai due e alla madre della moldava, su ordine dal gip Paolo Ielo e su richiesta del Procuratore aggiunto Alberto Nobili e del pm Bruna Albertini, è stata arrestata anche una quarta persona, Leonid Malusz, anche lui ucraino, accusato di favoreggiamento.

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Alle 15.10 tutti gli autisti Atm rispetteranno uno stop di un minuto Incidente, Trabucchi: «Sono distrutto» Ha ribadito al pm Vassena di aver effettuato la manovra per evitare due pedoni.
È indagato per omicidio colposo e lesioni colpose plurime
15 Febbraio 2008 (vivimilano.it)

   È terminato intorno alle 13 l'interrogatorio di Marco Trabucchi, il conducente del Suv che giovedì pomeriggio avrebbe provocato il tragico incidente in corso di Porta Vittoria in cui sono stati coinvolti un tram e un bus. L'uomo, indagato per omicidio colposo e lesioni colpose plurime, è stato sentito dal pm Cecilia Vassena. «Non ho parole per quello che è successo, sono distrutto» ha detto Trabucchi uscendo dal Tribunale. Il 38enne procuratore di calciatori, di origini veneziane ma residente in Svizzera, ha definito allucinanti le circostanze in cui è avvenuto l'incidente e ha aggiunto: «Capisco che su quella macchina c'ero io». L'uomo ha ribadito la versione fornita dopo lo scontro e cioè che l'invasione della corsia preferenziale è stata necessaria per evitare due passanti. Ancora in stato di choc, ha aggiunto però di avere ricordi annebbiati sull'immagine dei pedoni.
DUE PEDONI - «Trabucchi ha ripetuto di essere stato costretto con l'auto a sbandare per evitare due pedoni che attraversavano la strada, ma si tratta di fotogrammi, quasi di una sensazione, dettagli molto scarni». Così il legale di Trabucchi, Vinicio Nardo, ha sintetizzato la deposizione davanti al pm del suo assistito. Secondo Nardo, Trabucchi ha fatto solo delle precisazioni perché giovedì aveva già spiegato tutto. «Questa storia cambierà la sua vita, ma lui adesso oltre che disponibile ad aiutare gli inquirenti a ricostruire la dinamica dei fatti, vuol fare qualcosa per aiutare le vittime, chi è rimasto ferito e confortare i parenti della vittima. Trabucchi è una persona addolorata, travagliata» ha aggiunto.
AUTISTI FERITI - A ricordare il tragico scontro, avvenuto proprio davanti a Palazzo di Giustizia, un lumino bianco e dei mazzi di fiori, appoggiati sulla cabina del regolatore semaforico. Folle di curiosi si fermano nel punto dove è avvenuta la tragedia. Ci sono dei cameramen, qualcuno che scatta con la macchina fotografica o col cellulare. Alle 15.10 tutti gli autisti dei mezzi pubblici di superficie dell'Atm rispetteranno uno stop simbolico di un minuto, per ricordare la vittima ed esprimere solidarietà ai feriti. Intanto restano in prognosi riservata i conducenti del tram e del bus. Per il conducente del tram, Marco Momentè, resta la prognosi riservata. L'uomo è stato sottoposto a un intervento neurochirurgico al Policlinico e il decorso post operatorio è nella norma. Migliora, ma è ancora riservata, la prognosi del conducente del bus, Domenico Jolmann Ressa, sottoposto sino a tarda notte a un intervento di riduzione e ricomposizione delle numerose fratture agli arti inferiori dai sanitari del San Carlo.
IL BILANCIO - In totale sono 21 i feriti ancora ricoverati in ospedale, quattro in condizioni molto gravi secondo il bilancio fornito dal vicesindaco De Corato. Sono in prognosi riservata una donna americana ricoverata al Fatebenefratelli, l'autista del bus, in cura al San Carlo, il conducente del tram, affidato ai medici del Policlinico e una donna sudamericana, cui i medici del Sacco hanno dovuto amputare una gamba. Gli altri 17 feriti sono meno gravi. Tre (un uomo e due donne) sono ospitati al San Raffaele, altri tre (due donne e un uomo) al Sacco, una donna israeliana al San Paolo e sette al Policlinico (due uomini, di cui uno di origine cinese e cinque donne). Ancora meno gravi le condizioni delle due donne e dell'uomo ricoverati al Niguarda.
SOCCORSI - Sul versante politico, scoppia una polemica a distanza tra la Regione e il vicesindaco De Corato sulla tempestività dei soccorsi. Il 118 ha dato prova di massima efficienza e tempestività - si legge in una nota del Pirellone -. Le prime tre ambulanze sono giunte sul posto 6 minuti dopo la chiamata (15.15), il ricovero dei primi pazienti è avvenuto alle 15.27. Complessivamente sono state mobilitate 14 ambulanze, tre auto mediche, un'unità maxiemergenze e 42 soccorritori tra medici e infermieri e coinvolti 13 ospedali. Nella nota si osserva che «lascia perciò stupefatti l'accusa alle ambulanze che, a quanto si legge su un importante quotidiano (il Corriere, ndr. Leggi l'articolo), il vicesindaco De Corato avrebbe espresso. Sarebbe un'accusa che non ha nessuna ragion d'essere. La rete di emergenza urgenza si è dimostrata tra l'altro tanto più efficiente se si considera che nel medesimo periodo temporale interessato dall'evento, oltre all'attività sul luogo dell'incidente, sono stati effettuati altri 26 interventi di soccorso».


Moratti, "nessuna risposta da governo"
15 Febbraio 2008 (AGR)

   ''Abbiamo chiesto da settimane la convocazione del tavolo per Malpensa, ma dal governo stiamo ancora aspettando''. Lo afferma oggi il sindaco di Milano, Letizia Moratti e precisa: ''Ho inviato due telegrammi senza avere risposta". Secondo il sindaco di Milano ''senza Malpensa gli imprenditori avrebbero costi di trasporti molto maggiori.


Oggi bicentenario Borsa italiana
15 Febbraio 2008 (AGR)

   Oggi si aprono le celebrazioni per il bicentenario della Borsa italiana a Palazzo Mezzanotte; dalle 10.30 saranno diverse le personalita' politiche che vi prenderanno parte. Anche il Presidente Napolitano sara' in Piazza Affari in mattinata.


Tre arresti per omicidio Colturani
15 Febbraio 2008 (AGR)

   Tre arresti stamattina a Milano per l'omicidio del medico milanese Marzio Colturani. Sono la colf moldava della famiglia Colturani, Tatiana Mitrean, 23 anni, la madre della donna, e un cittadino ucraino. Inoltre sono stati accompagnati in caserma a Milano alcuni altri sospettati, prevalentemente moldavi. Il professionista 64enne era morto il 13 novembre scorso dopo una rapina avvenuta nel suo appartamento. Era stato soffocato dal bavaglio di nastro adesivo messogli dai rapinatori.


Tre dei feriti sono gravi, a una donna è stata amputata una gamba Scontro tra bus e tram, muore una donna
Conducente dell'auto indagato per omicidio
Drammatico incidente in corso di Porta Vittoria a Milano, davanti Palazzo di Giustizia. Un Suv ha invaso la corsia riservata ai mezzi
15 Febbraio 2008 (vivimilano.it)

   È indagato per omicidio colposo l'uomo alla guida della Porsche che avrebbe provocato, con una manovra azzardata, il terribile incidente davanti al Palazzo di Giustizia di Milano, che ha fatto una vittima e una ventina di feriti. Assistito da un avvocato d'ufficio, l'uomo, un agente di commercio nato a Venezia ma residente in Svizzera, è stato convocato dal Pm Cecilia Vassena per l'interrogatorio (sospeso solo in tarda serata per consentire all'uomo di andare in ospedale a farsi medicare). L'interrogatorio dell'agente di commercio riprenderà venerdì mattina. Il drammatico incidente giovedì, poco dopo le 15: in uno scontro frontale tra un autobus e un tram, le cabine di guida dei due mezzi pubblici si sono compenetrate. La vittima è Giuliana Grossi, 52 anni: la donna, sposata e originaria di San Benedetto Po, viveva in via Donatello 7 a Milano. Al momento dello scontro frontale era seduta dietro al conducente del bus. Ventisei i feriti dell'incidente, tra cui tre molto gravi. Sono i due autisti e una donna, che ha subìto l'amputazione di una gamba. Ricoverati i conducenti dei due mezzi, che hanno fratture alle gambe e alla cassa toracica. L'uomo alla guida del tram è sottoposto a un intervento chirurgico. L'Atm ha reso noti i loro nomi: Dolmann Ressa e Marco Momentè. Altri feriti presentano fratture alle gambe e traumi diffusi in tutto il corpo. Ai venti feriti lievi i medici hanno prestato cure sul posto.
FRONTALE - Un tram jumbo della linea 12, con destinazione Roserio, si è scontrato frontalmente con un bus della linea 60. L'incidente è avvenuto a causa di una manovra brusca effettuata dal Porsche Cayenne con targa svizzera, che ha invaso improvvisamente la corsia centrale riservata ai mezzi, mettendosi addirittura contromano. A quel punto l'autobus, per evitare l'auto, è finito dentro il tram. Il conducente della Porsche, un agente di commercio elvetico, è stato portato negli uffici del nucleo radiomobile della polizia locale e si è giustificato affermando di essersi trovato davanti due pedoni e che per evitarli ha invaso la corsia preferenziale. La circostanza non risulta confermata da testimoni. «Le telecamere chiariranno anche se questi passanti c'erano o meno» ha detto il vicesindaco De Corato, arrivato sul posto con il sindaco Moratti. Secondo un testimone, l'uomo alla guida del Suv avrebbe cercato di sorpassare il bus per immettersi nella corsia preferenziale. Nella manovra avrebbe urtato il bus e lo avrebbe spinto di lato contro il tram. Un gruppo di cittadini radunati a margine della strada ha gridato: «Vergogna, vergogna. Non è questa la sicurezza che vogliamo» all'indirizzo di Moratti e De Corato.
MORATTI - «Siamo vicini a chi sta soffrendo» ha detto il sindaco precisando di essere lì «solo per vedere di aiutare nelle operazioni di soccorso», in attesa della ricostruzione del magistrato. La Moratti è poi andata al Policlinico per una visita ai feriti, De Corato all'ospedale San Carlo. L'assessore alla Salute Landi di Chiavenna si è recato all'ospedale San Raffaele per visitare altri feriti. «Ci sono immagini e testimoni e il magistrato ha tutti gli elementi per fare considerazioni» ha spiegato De Corato. Sul posto dell'incidente c'è una telecamera che dovrebbe aver ripreso le fasi dell'incidente. «Questo non è un problema di sicurezza stradale - ha aggiunto De Corato -. È un problema di indisciplinatezza. Ci si dovrà porre il problema di questi Suv». I filmati saranno acquisiti dal pm titolare dell'inchiesta, che ascolterà i testimoni.
INCASTRATI - Agenti, vigili del fuoco e medici del 118 hanno estratto i passeggeri rimasti incastrati tra le lamiere. Molte persone sono state assistite dai medici ai lati delle strade. Sul marciapiede è stata allestita una tenda con due brande e attrezzature per il primo soccorso. Il 118 ha attivato la sua unità di grandi emergenze. Sono intervenute due automediche del Niguarda e una del Fatebenefratelli, l'ambulanza per le maxiemergenze del Niguarda e altre 20 autolettighe. Traffico nella zona completamente bloccato con numerosi autobus e tram fermi. Le linee 12 e 27 sono state deviate, la 23, la 60 e la 73 interrotte in piazza V Giornate. Tutto corso di Porta Vittoria chiuso al traffico.
SINDACATI - I sindacati confederali di categoria esprimono profondo cordoglio per l'incidente. «Senza voler formulare né accuse preventive né giudizi sommari - scrivono in una nota -, siamo costretti a segnalare la criticità costante in cui sono costretti ad operare i lavoratori dell'Atm». Per Cigl, Cisl, Uil e Orsa dell'Atm, «il servizio di trasporto urbano non ha elementi d'insicurezza e anche in questo caso sembra sia conseguenza dell'ennesima e grave violazione del codice della strada di un mezzo privato che probabilmente non poteva transitare nelle corsie riservate. Chiediamo al Comune e ad Atm di attivare tutte le iniziative, corsie preferenziali protette, controlli rigorosi da parte delle forze dell'ordine, che facciano da reale deterrente al ripetersi di altri fatti luttuosi».


L'incidente presso il Palazzo di Giustizia
«Un gran botto, poi fumo e caos»
Le testimonianze dopo lo scontro tra un tram e un autobus: «Nessun pedone davanti all'auto che ha sterzato»
15 Febbraio 2008 (vivimilano.it)

    «Non ho visto nessun pedone attraversare la strada». Un testimone oculare sembra smentire quanto detto dall'autista del suv che avrebbe provocato l'incidente tra un autobus e un tram avvenuto a Milano (il bilancio provvisorio è di un morto e 26 feriti). Il testimone ha raccontato di avere visto l'autista dell'auto entrare nella corsia preferenziale, urtando l'autobus e provocando l'impatto tra i due mezzi dell'Atm. Il testimone ha aggiunto di non avere visto pedoni di fronte all'auto (pedoni che secondo un'altra ricostruzione sarebbero stati il motivo della brusca deviazione dell'automobilista). «La furbata di entrare nella preferenziale - ha detto Marco M. - la fanno tutti, tutti i giorni». «Ho visto la gente - racconta - spaccare i vetri per uscire e una donna intrappolata nell'autobus tra due poltrone. Sembrava una scena da film».


FUMO E VETRO - «In un attimo è stato il caos - racconta Consiglia Carbone, napoletana d'origine ma residente a Milano, che nel momento del tragico frontale si trovava sul tram - C'era fumo e vetro dappertutto». «Ho visto in una frazione di secondo che l'autobus che veniva dalla parte opposta alla nostra ha cercato di evitare una grossa auto scura e c'è venuto addosso - aggiunge -. L'autista del tram ha cercato di frenare. Eravamo partiti da poco dall'ultima fermata. Ma non è stato possibile fare nulla. In un attimo ho sentito un gran botto e poi fumo e vetro. Ho tirato una manopola di sicurezza e sono scappata».
SANGUE - Un'altra testimone ha raccontato a SkyTg24 di aver visto «un sacco di gente piena di sangue che scendeva dal tram. Molti sono rimasti feriti dalle schegge di vetro».


Tragedia a Milano: tram contro bus
Una donna morta, 21 persone ferite
15 Febbraio 2008 (ilgiornale.it)

   Milano - Il muso sfigurato, ridotto a poco più di un moncone. Orribile e sinistro. Quel che resta di un tram. Che viene arpionato dalla gru, mentre i tecnici dell’Atm lavorano in tre, appresso a una grande leva per disincagliarlo. E, di fronte, l'autobus. Ripiegato su stesso. Come quelle balene che vanno a spiaggiare. Che poi sarebbe morire. Al capolinea di un viaggio che sembrava un viaggio come tanti altri. Magari noioso, magari persino sereno. Ore 15 e 10. Tragedia a Milano, nel cuore di Milano: Porta Vittoria. Una donna morta e ventisette feriti. Morire per una fatalità, tremendamente viziata dall'incoscienza. Una fatalità partorita, molto probabilmente, come capita spesso, dall'arroganza. Fissiamo quelle immagini e tornano in mente certe copertine della Domenica, le copertine di Walter Molino. Giriamo e rigiriamo lo sguardo, dentro il solito perimetro delimitato dai nastri biancorossi. Che sono oramai quella sorta di inquietanti sottotitoli moderni che significano e segnalano la consuetudine dell'angoscia: allarme, dramma. Morte. Il Tribunale, i negozi, i bar affollati. La gente che camminava a passo svelto. Il traffico e le corsie preferenziali che, come è accaduto anche questa volta, diventano un terreno da espropriare. Il cuore di Milano. Come sempre. In un pomeriggio di straordinaria normalità. Il cuore di Milano, lo stesso di cinque minuti prima. Cinque minuti prima di questo dannato, impensabile, scontro frontale che ora ci troviamo a sezionare con gli occhi. Ci sono i dettagli della morte e del dramma sparsi sull’asfalto: un calzino, una borsetta un giaccone. I segni di riconoscimento di tanti volti anonimi di un viaggio anonimo sul tram numero 12 in un senso di marcia e sull'autobus 60, nel senso opposto. Gli effetti personali degli sfortunati protagonisti di quest’assurda vicenda, che alcuni vigili urbani si preoccupano di raccogliere con delicatezza e di inserire in sacchi scuri. Scontro frontale provocato da un Suv, Porsche Cayenne, che sbuca da via Mentana e si immette in corso di Porta Vittoria, imboccando la corsia dei privilegiati, appunto. Solo che alle sue spalle sta arrivando l'autobus. È un attimo. Anzi forse meno di un attimo. A morire in modo così assurdo schiacciata tra le lamiere che si impennano e si contorcono, la passeggera che sedeva giusto dietro l'autista dell'autobus, Giuliana Grossi, 52 anni, sposata e residente a Milano, originaria di San Benedetto Po, in provincia di Mantova. A seguire il resto del bollettino medico che somiglia tristemente a un bollettino di guerra: una donna alla quale è stata amputata una gamba. Altri due feriti, gli autisti dei due mezzi, uno dei quali sottoposto a una delicatissima operazione alla testa, che sono in codice rosso ovvero con prognosi riservata. «Io l'incidente l'ho visto in diretta, mentre stavo passando davanti al bar Garden - ci racconta Stefano Cannariato -: c’è stato un colpo fortissimo, l'autista dell'autobus ha sterzato per evitare di schiacciare il Suv che ha fatto sicuramente un'infrazione, uscendo da via Manara, e ha costretto l'autobus ad andare a fare il frontale con il tram». Così, mentre scriviamo queste righe, i pubblici ministeri Cecilia Vassena e Roberta Brera, titolare dell'inchiesta sull'incidente hanno appena concluso l’interrogatorio del conducente del Suv. L'uomo, Marco Trabucchi, 38 anni, agente di commercio nato a Venezia ma residente in Svizzera nel Cantone di Friburgo, è indagato per omicidio colposo e lesioni aggravate plurime. Insiste a raccontare che è stata tutta colpa di due passanti che gli hanno attraversato la strada all’improvviso, appena ha svoltato e che l’hanno costretto a sterzare e a cambiare corsia. Peccato che nessun testimone oculare abbia visto quei due pedoni. E che lui abbia persino rischiato di esser linciato dalla gente di Porta Vittoria quando si è fermato, pochi metri dopo l'impatto di strisciata con l'autobus. Il resto è come se fosse chiuso, imprigionato nella memoria dei testimoni e dei passeggeri, per fortuna non moltissimi, data l’ora non propriamente di punta, che viaggiavano sui due mezzi pubblici. Una nuvola che racchiude pianti, urla. Il terrore dei passeggeri che vengono liberati da un gruppetto di giovani che rompono i vetri dei finestrini e cercano di aprire le porte di quei mezzi che, improvvisamente si sono trasformati in trappole. Le sirene che sibilano. Le ambulanze che già non bastano più tanto che viene allestito un posto di primo soccorso. Le telecamere di sorveglianza del traffico ci diranno la verità dice il vicesindaco De Corato. Già, la verità. Chissà come l’avrebbe disegnata, Walter Molino, la verità.


La ricostruzione dell'incidente
15 Febbraio 2008 (ilgiornale.it)

   La Porsche Cayenne che percorre corso di Porta Vittoria, infila bruscamente la corsia preferenziale, urta l'autobus e lo manda a sbattere frontalmente contro il tram: ecco una ricostruzione di quella che, secondo le prime testimonianze, potrebbe essere stata la dinamica dell'incidente:


Povertà, aborto, voto Ma al Pirellone si litiga sulle rane
15 Febbraio 2008 (ilgiornale.it)

   E poi si lamentano se la gente li sente lontani e non li ama. Già, mentre l’Italia si divide per l’ennesima volta sull’aborto, mentre Berlusconi e Veltroni lanciano la campagna elettorale dalle poltroncine di «Porta a porta» lasciando intravedere una specie di Terza Repubblica, mentre a Milano Roberto Mazzotta, presidente della Banca Popolare, annuncia che siamo tornati poveri come nel Dopoguerra, in Regione Lombardia c’è chi litiga per le rane. Sì, parliamo proprio di quegli anfibi apprezzati dai gourmet soprattutto nella versione fritta o in guazzetto.

Il fatto. Alla commissione Ambiente del Pirellone, An presenta un emendamento che consente di prelevare le rane degli allevamenti privati durante tutto l’anno senza alcun rispetto per i mesi della riproduzione. Apriti cielo. Il Verde Monguzzi, e gli va dietro l’opposizione, si inalbera e dice che così le rane diventano a rischio estinzione. E motiva questo suo timore con un retroscena «piccante».

Negli allevamenti privati si intrufolano un sacco di rane, diciamo così selvagge, a caccia di partner sessuali. Evidentemente li trovano (forse le rane d’allevamento avendo vita più facile hanno più tempo da dedicare al sesso?) e così la voce si è diffusa fra i batraci che sempre più numerosi si intrufolano in questi paradisi erotici per anfibi.

E qui scatta il rischio estinzione: quando infatti i proprietari degli allevamenti gettano le reti per catturare un po’ di rane da spedire ai ristoranti non stanno certo a guardare se lì dentro ci sono anche ranocchi in visita di piacere.

E così, zac la frittata (in tutti i sensi) è fatta. A rischiare, stando sempre ai Verdi, sono soprattutto la Rana Rossa (non è un bel momento per chi indossa questa casacca) e la Rana Lessona che hanno delle difficoltà a spiegare che loro sono protette dalla Ue. L’attore John Barrymore l’aveva capito. Diceva: «Prima o poi lo capiranno anche le rane». Ma al Pirellone non hanno niente di meglio per passare il tempo?


Multato, il rugbista placca il vigile
15 Febbraio 2008 (ilgiornale.it)

   Non basta essere un grande sportivo per prenderla sportivamente quando un vigile urbano mette mano al libretto delle multe. E Pierpaolo Pedroni, forse il nome più rappresentativo del rugby milanese negli anni Novanta, è finito sotto processo per avere perso platealmente la calma quando ha incrociato un agente della polizia municipale intento a distribuire contravvenzioni al seguito di una pattuglia del lavaggio strade dell’Amsa. La cosa straordinaria è che, a quanto pare, l’automobile multata non era nemmeno quella di Pedroni. Ma si sa che i rugbisti sono fatti così: un torto fatto a un amico è come se venisse fatto a loro.

Così martedì mattina Pedroni - seconda linea del Mediolanum campione d’Italia e per venticinque volte della Nazionale azzurra - è dovuto comparire in tribunale per essere processato insieme alla sua amica Gaia Mantovanini. Il vigile urbano incappato nelle ire di Pedroni ha infatti sporto denuncia nei suoi confronti per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, oltre che per il rifiuto di consegnare i documenti. Ma il vecchio rugbista contesta la versione fornita dal «ghisa». E così, invece di patteggiare la pena
come avviene di solito in questi casi, ha chiesto di affrontare il dibattimento per fare valere le sue ragioni. Il processo si terrà il prossimo 13 giugno.

Secondo quanto scritto nel fascicolo processuale, tutto accade alle 1,04 di una notte dell’anno scorso in via Giuditta Sidoli, dietro piazzale Susa. Una squadra della nettezza urbana sta lavando le strade, accompagnata da un vigile urbano. Una macchina, nonostante i cartelli che indicano il divieto settimanale, è ancora parcheggiata sulla via. Il vigile scende e inizia a compilare la contravvenzione. Ed è a questo punto che si vede venire incontro un armadio di quasi due metri: è Pedroni. Che inizia a inveire, «ma che cosa fai, ma sei scemo, ma che c... ti metti a fare le multe». La signora che è insieme al rugbista si lancia anche lei contro il vigile, anzi mette addirittura in dubbio che sia un vigile vero anche se è in divisa: «Quella divisa non vuol dire niente, le vendono a Porta Ticinese, tu ti sei vestito da Carnevale». Nel frattempo Pedroni impugna il telefonino e si mette a scattare foto a raffica sia al vigile sia alla sua automobile. Quando il vigile chiede i documenti, i due rifiutano di consegnargli, e tengono duro fin quando non arrivano i rinforzi. A quel punto anche Pedroni deve arrendersi. E si ritrova sotto processo.


Asili aperti ai clandestini? La Moratti pronta a fare ricorso
15 Febbraio 2008 (ilgiornale.it)

   Avanti col ricorso, nessuna retromarcia. Appena rientrata dalla missione a New York, il sindaco Letizia Moratti ha rassicurato la sua maggioranza, già in fibrillazione dopo le aperture dell’assessore all’Educazione Mariolina Moioli sull’accesso dei bambini clandestini alle materne comunali. I casi dei figli di irregolari saranno presi in carico, come sempre, dai servizi sociali che per le situazioni di bisogno hanno sempre trovato un posto all’asilo anche a chi è senza permesso di soggiorno. Ma le liste d’attesa sono riservate a residenti e stranieri regolari, e Palazzo Marino non transige. Dunque: avanti col ricorso contro l’ordinanza del tribunale che lunedì ha dato ragione a una mamma marocchina irregolare che chiedeva di accogliere la figlia alla materna. Nelle motivazioni il giudice Claudio Marangoni ha fatto riferimento all’«abituale dimora» della bambina nel territorio comunale. Ragion per cui, l’assessore Moioli due giorni fa in commissione aveva spiegato ai consiglieri che quasi certamente la circolare sarebbe stata corretta, dando la possibilità a chi è in grado di dimostrare quel requisito - praticamente, quasi tutti i bimbi irregolari - di iscriversi all’asilo. Apriti cielo della maggioranza, che ha chiesto di tenere la linea dura. Nessun cedimento, hanno preteso compatte Forza Italia, An e Lega: «Visto che è diventata una battaglia di principio, sul principio noi abbiamo ragione e non transigiamo: avanti col ricorso».

Ma la Moratti, ieri, ha dato rassicurazioni che vanno proprio in questa direzione. Palazzo Marino recepirà l’ordinanza del tribunale, perché in attesa del giudizio finale è da intendersi immediatamente esecutiva (l’udienza sulla causa è rinviata al 15 maggio), ma di fatto già aveva accolto la richiesta della donna, che infatti ha un appuntamento fissato con gli operatori per il 18 febbraio. Ma il Comune attraverso i propri legali presenterà subito ricorso e la circolare sulle iscrizioni - contestata nei giorni scorsi anche da Cei, Caritas e Cgil, mentre il ministro all’Istruzione Giuseppe Fioroni il mese scorso ha addirittura tagliato i fondi agli asili comunali - dovrebbe rimanere immutata.
Soddisfatto» il capogruppo della Lega Matteo Salvini. «É sacrosanto che si vada avanti con il ricorso, perché siamo convinti che ci darà ragione - concorda il capogruppo di An Carlo Fidanza -. Prendiamo atto con soddisfazione dell’intendimento della giunta e ci impegniamo, una volta al governo, a sciogliere definitivamente questo nodo». «La nostra linea - afferma Giulio Gallera, capogruppo di Fi - era e resta quella del ricorso».

 


 

 

 

 

 

 

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